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La mafia si siede a tavola
Il marchio spagnolo
deve togliere le insegne

La Corte Ue: "È contrario all'ordine"

La società ha due mesi per fare ricorso

di Marina Lanzone15 Marzo 2018
15 Marzo 2018

La mafia in Italia è una “piaga”. All’estero, invece, è vissuta a volte come un fenomeno folkloristico. O almeno così è stato fino ad ora. Il marchio spagnolo di una catena di ristorazione, “La Mafia si siede a tavola”, è stato dichiarato dalla Corte Ue “contrario all’ordine pubblico”. Nelle motivazioni si legge che la parola “mafia” fa riferimento a un’organizzazione criminale che ha fatto della violenza, droga, armi, riciclaggio di denaro e corruzione il proprio marchio di fabbrica. Reati che in nessun modo vanno esaltati o sottovalutati, in quanto “simili attività criminali violano i valori stessi sui quali si fonda l’Unione”.

Tutto è incominciato quando nel 2006 La Honorable Hermandad (attuale La Mafia Franchises) ha chiesto all’EUIPO, Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, di registrare il marchio: sfondo nero, una rosa rossa e scritta bianca. Allorché l’Italia si è ribellata. Durante il governo Letta, Rosi Bindi avviò una protesta formale indirizzata all’allora ministro degli Esteri, Emma Bonino, a cui è seguita una fitta corrispondenza tra la Farnesina e la Spagna. Nel 2015 il nostro Paese ha chiesto ed ottenuto l’annullamento della registrazione, ma la Mafia Franchises ha fatto ricorso al Tribunale Ue. Oggi, dopo tre anni, è arrivata la sentenza che dà ragione all’Italia e all’EUIPO.

La società di locali in franchising esiste dal 2000 e ha sede a Saragozza. Un articolo del 2015 dell’Espresso spiega che il nome non vuole in alcun modo offendere gli italiani, in quanto il fenomeno esiste in tutto il mondo, né tanto meno le vittime di mafia o le loro famiglie. Nel 2000 i due fondatori Javier Floristán e Pablo Mariñosa, entrambi ristoratori, appassionati alla saga del Padrino, decisero di dedicarsi alla cucina italiana. Fecero un viaggio nel Paese. Quando scoprirono l’esistenza di un libro francese con lo stesso nome, che riportava una serie di ricette gradite ai mafiosi, decisero di creare dei locali ispirati al film e chiamarlo “La Mafia se sienta a la mesa”.

Ora la Mafia Franchises ha due mesi di tempo per decidere se continuare o meno la battaglia legale.

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