La storica catena di rivenditori di giocattoli Toys “R” Us ha annunciato la chiusura definitiva dei suoi quasi mille punti vendita statunitensi. Il colosso è già in amministrazione controllata dallo scorso settembre a causa di un debito di cinque miliardi di dollari e un crollo nelle vendite.
Questa crisi è arrivata ormai al passo finale: la società dovrà essere liquidata nei prossimi giorni. Secondo gli investitori e gli analisti, la perdita accumulata dal reteiler ludico sarebbe da ascrivere alla crescente concorrenza dell’entertainment digitale e hi-tech, specialmente quella di Amazon.
La conseguenza dell’annuncio della chiusura di tutti i punti vendita di Toys “R” Us è stato il crollo in Borsa di tutti i principali produttori di giocattoli. I leader del settore Hasbro e Mattel sono precipitati, tanto da far tornare alla ribalta le ipotesi di fusione tra i due nonché potenziali acquisizioni.
La chiusura dei negozi produrrà il licenziamento di gran parte dei 33.000 dipendenti, ma non è impossibile che dopo la liquidazione, l’azienda Toys “R” Us decida di mantenere 200 punti vendita. L’ipotesi che stanno vagliando è quella di mantenere i negozi canadesi, che mantengono un saldo positivo, e qualche retail statunitense. Toys “R” Us, nato a Washington nel 1948, in pieno baby boom, ha avuto un rapido successo, tanto da arrivare a mantenere ancora oggi un quinto del mercato Usa.