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Arriva al cinema il 19 marzo
"Zerovskij - Solo per amore"
il docufilm di Renato Zero

Registrato all'Arena di Verona

Sarà proiettato in 330 sale

di Dino Cardarelli15 Marzo 2018
15 Marzo 2018

Renato Zero al photocall per la presentazione dello spettacolo "Zerovskij solo per amore", 14 marzo 2018 a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Approda al cinema, dal 19 al 21 marzo, Zerovskij. Solo per amore, il docufilm di Renato Zero. Dopo un doppio album e dodici date live, verrà distribuito da Lucky Red e proiettato in almeno 330 sale lo show dell’artista romano, girato nelle date all’Arena di Verona, parte del tour che la scorsa estate ha registrato ovunque il tutto esaurito, entusiasmando pubblico e critica. “Volevo sfuggire alla costrizione dei cinque minuti di una canzone, uscire dal compiacimento di regalare al pubblico i successi. Volevo dare qualcosa di più ai zerofolli”, ha spiegato l’artista.

Lo spettacolo, ideato, scritto e diretto dallo stesso Renato Zero, con la collaborazione di Vincenzo Incenzo, travalica le definizioni di musical e concerto. Uno show lungo oltre due ore, che vedrà la partecipazione di un’orchestra composta da 60 elementi diretta da Renato Serio, 30 ballerini e un totale di 120 artisti coinvolti, tra i quali Gigi Proietti nei panni di un barbone dinamitardo e Pino Insegno, scelto per dare la voce a Dio, e altrettante maestranze. L’ambientazione della storia è una immaginifica stazione ferroviaria, diretta dal misterioso capostazione Zerovskij. I protagonisti sono Amore, Odio, Tempo, Morte e Vita. Concetti non astratti ma umanizzati, pronti a un confronto amaro, ironico e spietato con un figlio di nessuno, Enne Enne, e i due viaggiatori di sempre, Adamo ed Eva.

Un progetto molto ambizioso, che inizialmente ha fatto storcere il naso a molti “sorcini” della prima ora. “Tutto dipende dalla volontà – ha replicato Zero – Se uno ha voglia di sperimentare non può subire le ragioni del mercato. Questa volontà, aggiunta all’esperienza, comporta che il cambiamento debba essere accettato dal pubblico non per ragioni di sudditanza, ma per il coraggio che dimostra l’artista. Come ho avuto ragione ai tempi di paillettes e lustrini, ora posso permettermi questa rivoluzione con la libertà dei miei 67 anni”.

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