L’ombra di un nuovo caso Litvinenko si allunga sulla Gran Bretagna e sui suoi rapporti, da tempo ai ferri corti, con la Russia di Putin. Serghei Skripal, ex ufficiale dei servizi segreti di Mosca (Gru) smascherato anni fa come doppio agente al soldo dell’M16 britannico, si trova ricoverato in ospedale, in condizioni che vengono definite “critiche”, assieme a una donna di 30 anni. Secondo quanto riferito dalla Bbc, Skripal sarebbe stato avvelenato da una “sostanza ignota” all’interno di un centro commerciale di Salisbury, una contea dell’Inghilterra sud-occidentale. I fatti risalirebbero a due giorni fa. Al momento non vi sarebbero indicazioni sul fatto che si sia trattato di materiale radioattivo, come avvenne nel 2006 per Aleksander Livtinenko, contaminato, nel cuore di Londra, da un tè al polonio 210 e morto dopo un’atroce agonia. L’allarme dato dalla polizia locale risulta infatti già rientrato dopo una rapida decontaminazione del sito.
La vicenda però resta a dir poco oscura. Skripal, colonnello a riposo del Gru, 66 anni, era stato arrestato in patria e condannato a 13 anni di prigione, nel 2006, con l’accusa di aver passato all’M16 negli anni ’90, in cambio di 100 mila sterline, informazioni classificate sulla rete di agenti prima sovietici poi russi presenti sull’isola. Nel 2010 aveva però ottenuto la grazia dall’allora presidente e attuale premier Dmitri Medvedev, ma solo per essere inserito in uno scambio di spie con gli Stati Uniti destinato a riportare a casa dieci agenti russi arrestati poco tempo prima dall’Fbi. Tra questi, anche la nota Anna Chapman, come “Anna la rossa”. Da allora Serghei Skripal si era rifugiato nel Regno Unito, ottenendo immediatamente asilo politico per poi svanire nel nulla. O almeno così si pensava. Lo scenario di un avvelenamento deliberato, che va delineandosi, getta nuove ombre sull’intelligence russa, che da anni usa questo metodo per regolare i conti con i suoi avversari.