Sono opportune le dimissioni di Renzi? Sì, secondo Massimo Cacciari. E Il Pd, traghettato da Gentiloni, va verso un congresso straordinario. Possibile anche un appoggio al governo Di Maio.
Cacciari, 74 anni, veneziano, è un noto filosofo da sempre nell’alveo della sinistra italiana. Militante da giovane in Potere Operaio, è stato poi deputato del Pci e sindaco di Venezia con il centrosinistra.
Da anni osserva il Partito Democratico da posizioni più distaccate.
Perchè il Pd ha fallito così miseramente in queste elezioni?
“E’ la conclusione logica di un itinerario fatto di colossali errori che derivano da deficit culturali. Renzi non ha creato un partito organizzato e radicato sul territorio, che disponga di competenze agguerrite e non di vassalli e valvassori. Queste sono cose assenti dalla sua forma mentis. E poi sono da ricordare la personalizzazione nel referendum costituzionale e i cattivi rapporti coi sindacati, che gli hanno fatto perdere appoggio tra operai, insegnanti e pubblico impiego. E’ stato dissipato il patrimonio del 40% alle Europee del 2014.
Ad ogni modo, la disfatta del Pd viene in realtà da lontano. Dal modo in cui il partito ha interpretato la svolta d’epoca. Non è stato fatto niente di razionale sin dal 2007. E fa tutto parte della catastrofe culturale della sinistra in Italia e in Europa.”
E quali sono stati gli errori della seconda segreteria Renzi?
“Renzi avrebbe dovuto fare la valigetta dopo le dimissioni del 2017 e farsi un bel giro del mondo stando lontano dalla politica italiana. Magari fingendo di insegnare in qualche università. Il partito poteva essere dato in mano a qualche dirigente come Franceschini e Orlando, e magari lui sarebbe potuto tornare per la campagna elettorale. Non capire che la propria immagine suscita antipatia, per un politico, è un difetto mortale.
Oppure gli sarebbero state vitali le elezioni anticipate, ma Mattarella non gliele ha concesse.”
Quale sarà il futuro dell’ex sindaco di Firenze e del Pd?
“Dopo le dimissioni, Renzi secondo me punterà a uscire dal partito e farne uno tutto suo, simile a En Marche! di Emmanuel Macron, attraverso il quale romperà con qualsiasi sinistra.
Il Pd va invece verso un congresso straordinario con Gentiloni traghettatore.”
Cosa ne pensa dell’altro fallimento a sinistra, quello dei fuoriusciti dal Pd che hanno fondato Liberi e Uguali?
“Hanno fatto peggio di Renzi e il fallimento se lo meritano tutto. Non hanno fatto altro che manovre di palazzo che la gente non ha capito e nessuna proposta sociale forte. L’uscita dal partito alla vigilia di una campagna elettorale è stata irresponsabile.”
Dunque lasciare il Pd è stato un errore, per loro?
“Non esattamente. Lo scopo era unicamente far fuori politicamente Renzi, ed è riuscito.”
Il Pd parteciperà al prossimo governo?
“Credo di sì, vedo possibile anche un appoggio al possibile governo Di Maio. Senza Renzi potrebbe avvenire, perchè no? Certamente però non con la guida di Gentiloni. C’è anche una difficoltà aggiuntiva: i gruppi parlamentari del Pd sono vicini a Renzi. Staremo a vedere dopo il congresso.”