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Confindustria-sindacati
sì a nuovo modello
di accordo contrattuale

Intesa nella notte, la firma il 9 marzo

confermata doppia contrattazione

di Dino Cardarelli28 Febbraio 2018
28 Febbraio 2018

Da dx i segretari generali della Cgil Susanna Camusso, della Uil Carmelo Barbagallo e della Cisl Annamaria Furlan durante la conferenza stampa al termine dell'incontro tra il governo e sindacati sulle pensioni al Ministero del Lavoro a Roma, 28 settembre 2016. ANSA/ GIORGIO ONORATI

E’ stato raggiunto nella notte l’accordo tra Confindustria e sindacati sul nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali. L’intesa sarà firmata il 9 marzo dopo un ulteriore vaglio da parte degli organismi di Cgil, Cisl e Uil e si è resa necessaria per frenare il dumping contrattuale, la proliferazione di contratti firmati da organizzazioni prive di rappresentanza. Un fenomeno che secondo i dati del Cnel riguarda circa due terzi degli 868 contratti depositati, i quali presentano condizioni economiche e normative peggiori rispetto agli accordi di settore.

Il testo concordato dalle parti individua un modello contrattuale “aperto”, che conferma gli attuali due livelli: il primo, quello nazionale, e il secondo, aziendale (o, in alternativa, territoriale). Il contratto nazionale di categoria ha la principale funzione di regolare i rapporti di lavoro e garantire i trattamenti economici e quelli normativi comuni a tutti i lavoratori del settore, sull’intero territorio nazionale. Con il nuovo accordo vengono introdotti il Trattamento economico complessivo (Tec) e il Trattamento economico minimo (Tem), oltre ad essere indicati i criteri di calcolo degli aumenti salariali.

Il contratto dovrà anche incentivare lo sviluppo virtuoso della contrattazione di secondo livello, orientando le intese aziendali al riconoscimento di trattamenti economici strettamente legati a obiettivi di crescita di produttività, efficienza, redditività o innovazione. Viene lasciata alle singole categorie la possibilità di stabilire aumenti del Ccnl ex ante o ex post. Un’altra novità importante è la definizione per la prima volta della misurazione della rappresentatività anche delle imprese.

“L’accordo tra Confindustria e sindacati è un vero piano di sviluppo per il sistema paese. Un nuovo modello di relazioni industriali partecipative e stabili per alzare la produttività, con più salari, più formazione, più competenze per i lavoratori – ha commentato su Twitter la leader Cisl Annamaria Furlan – Le parti sociali indicano al paese una strada condivisa e responsabile per favorire la crescita”.

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