Il quarto episodio dell’inchiesta sui rifiuti targata Fanpage.it, annunciato da un estratto già online, sposta il territorio della denuncia sulle tangenti verso il nord d’Italia. Accanto alla denuncia giornalistica, si colloca l’inchiesta “Bloody Money” della magistratura sui fatti contenuti nelle 900 ore di filmati. Stavolta si vede Nunzio Perrella, ex boss della camorra e collaboratore di giustizia, che negli anni ’90 svelò il giro d’affari dietro la gestione dei rifiuti a Napoli, che a Venezia in località Marghera incontra una donna con la quale discute di denaro sporco da utilizzare per un affare. La donna nel filmato gli risponde: «Questi sono soldi della camorra? Va bene, dov’è il problema?». La donna, da quanto scrive Fanpage, sarebbe la moglie di un militare dell’Esercito e parla della costruzione di un sito di stoccaggio a Marghera, fungendo da intermediaria per una cordata di imprenditori.
Sul polverone sollevato dall’inchiesta, si è espresso anche l’ex pm Antonio di Pietro, che durante un’intervista a Radio Cusano Campus ha invitato alla cautela: “A mio avviso va fatta un’enorme distinzione tra colui che per conto dell’autorità giudiziaria entra dentro il sistema delinquenziale e viene a sapere di una notizia perché vi partecipa e quindi ascolta un reato che viene commesso mentre è già in contatto con l’autorità giudiziaria” ha detto l’ex magistrato e politico. E sulla figura dell’agente provocatore ha aggiunto: “L’agente provocatore serve, ma deve sempre coordinarsi con l’autorità giudiziaria. Altrimenti ogni volta che uno viene preso può dichiarare di essere un agente provocatore”.