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Internet con il turbo
grazie a un dispositivo
sviluppato in Italia

Converte segnali elettronici in ottici

Rivoluzione simile a quella dei chip

di Marco Assab22 Febbraio 2018
22 Febbraio 2018

Sembra che non ci siano limiti allo sviluppo della velocità e della potenza di internet. Una possibile rivoluzione in questo senso non arriva dalla Silicon Valley o da altri santuari della tecnologia, ma dall’Italia. La rivista scientifica Nature Photonics ha infatti descritto un dispositivo, nato da una ricerca dell’istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dal Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, capace di mettere il turbo a internet e telecomunicazioni, mediante la capacità di inviare sulle fibre ottiche segnali complessi, rendendo le comunicazioni molto più efficienti.

Lo studio che ha prodotto questo apparecchio è stato coordinato da Marco Romagnoli, dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione (TeCIP), ed è stato condotto nell’ambito del Progetto europeo Grafene, un’ambiziosa iniziativa (della durata di dieci anni e con un finanziamento da un miliardo di euro) dedicata all’innovazione tecnologica basata appunto su questo materiale.

Una delle principali capacità di questo dispositivo, che si presenta come un modulatore ottico di fase costruito con silicio e grafene, delle dimensioni di circa mezzo millimetro e che può essere ridotto fino a un decimo di millimetro, è quella di convertire i segnali da elettronici a ottici. Giampiero Contestabile, uno dei ricercatori che ha preso parte allo studio, ha osservato come la ricerca “dimostra che questi dispositivi possono diventare molto piccoli e compatti, e a basso consumo energetico”.

L’invenzione italiana potrebbe portare, in un arco di tempo compreso tra cinque e dieci anni, a fibre ottiche molto più potenti. Una rivoluzione che interesserebbe non solo le comunicazioni intercontinentali, ma anche le reti di quartiere. Lo stesso dicasi per le connessioni elettroniche, a partire dai giganteschi supercomputer fino a pc di casa e telefoni cellulari, che potrebbero divenire molto più rapide ed efficienti. Una rivoluzione confrontabile a quella avvenuta nell’elettronica grazie a chip più piccoli e potenti.

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