Gli scienziati di Google e del suo dipartimento health-tech, Verily, hanno scoperto un nuovo modo per rilevare il rischio di malattie cardiovascolari utilizzando la tecnologia di machine learning, in base alla quale un sistema informatico può assumere autonomamente delle decisioni o effettuare previsioni. Esaminando la retina, il computer è in grado di stabilire se il paziente è a rischio di malattie cardiache.
Potrebbe sembrare bizzarro utilizzare gli occhi per dedurre lo stato di salute del cuore. Tuttavia la parte più interna dell’occhio è ricca di vasi sanguigni e generalmente riesce a riflettere molto bene la salute del corpo umano. Con una scansione del tessuto posteriore della retina il software dell’azienda di Mountain View è in grado di acquisire informazioni accurate, tra cui l’età di un individuo, la pressione sanguigna, e se fuma o no.
A questo punto, entra in gioco l’algoritmo vero e proprio, che accumula e analizza tutti i dati raccolti, sviluppando una previsione sul fattore di rischio cardiaco maggiore – come l’infarto – con un’approssimazione molto accurata, alla pari di altri metodi attualmente utilizzati.
Anche se si tratta di un metodo ancora in fase di perfezionamento, sono già arrivati i primi commenti entusiasti. Luke Oakden-Rayner dell’Università di Adelaide, specializzato in machine learning, si è espresso in favore di questa tecnologia.
Di certo si tratta di una soluzione innovativa e – soprattutto – celere: permetterebbe infatti ai medici di avere informazioni immediate su un paziente, senza dover ricorrere alle analisi del sangue. Si tratta di un esempio lampante di come le intelligenze artificiali possano contribuire a migliorare gli attuali strumenti diagnostici.
Verily, che è la divisione medica del gruppo Alphabet, la holding che ingloba anche Google, non è comunque la prima a individuare applicazioni in campo medico. I big della tecnologia come Ibm e Intel stanno infatti scommettendo sulla capacità delle macchine di poter diventare più brave dei medici, specialmente nell’effettuare diagnosi precoci.