I fuoriusciti del Movimento 5 stelle potranno entrare, se eletti, nel gruppo del Partito democratico? “Sta scherzando? Abbiamo un’idea della politica diversa”. A dirlo è il segretario del Pd, Matteo Renzi, a Circo Massimo su Radio Capital, commentando l’apertura di Silvio Berlusconi ai grillini coinvolti nella vicenda dei mancati rimborsi. Sulla mossa dell’ex Cavaliere, il segretario PD non ha dubbi: “Agli impresentabili dei Cinque Stelle Berlusconi fa un’offerta che non possono rifiutare. È un’offerta quasi commerciale. Nemmeno fosse alla Standa. Dice: ‘venite con noi che almeno avrete la legislatura piena’. Questo dovrebbe far riflettere gli elettori”.
Come già ribadito ieri da sera durante la trasmissione condotta da Giovanni Floris, Di Martedì in onda su La7, Renzi ricorda che “Berlusconi ha votato i governi di Monti e Letta, non il mio”. E lancia una stoccata sulla flat tax presente nel programma del centrodestra: “Chi crede alla flat tax fa prima a credere a Babbo Natale. Berlusconi sta proponendo cose o che non è riuscito a fare o cose che abbiamo fatto”.
In compagnia di Massimo Giannini parla anche della Campania: “Sull’inchiesta di nomine è bene che si vada a sentenza e chi sta rubando paghi – spiega -. In questa vicenda è evidente la strumentalizzazione di Di Maio, perché da una settimana era in crisi per Rimborsopoli, si butta sul primo caso giudiziario aperto e si butta sulla polemica”.
Il segretario dem ne ha anche per Massimo D’Alema: “Che D’Alema abbia una relazione complicata con tutti i leader di centrosinistra è una cosa nota – dice -. Dal giorno dopo le Europee, dal 40,8%, D’Alema ha cercato di distruggere dall’interno l’esperienza del Pd”.
Escluse inoltre le sue dimissioni da segretario del Pd in caso di sconfitta elettorale con una percentuale intorno al 20%. “Sembra ‘Non ci resta che piangere’: ‘Ricordati che devi morire’. Ma il Pd sarà il primo partito e il primo gruppo parlamentare, dove va Matteo Renzi ce lo poniamo in un secondo, terzo, quarto momento. È più importante quello che fa il Pd di quello che faccio io”.
Intanto arrivano segnali negativi per il segretario dalla più settentrionale delle province della regione Trentino-Alto Adige. A dieci giorni dal voto, il Pd di Bolzano si spacca: 14 esponenti, espressione della minoranza che fa riferimento al presidente del Consiglio provinciale Roberto Bizzo hanno annunciato la loro uscita dal partito. Tra i dissidenti l’assessora bolzanina Monica Franch, l’assessore del comune di Ora Luigi Tava, l’attuale consigliere comunale Mauro Randi e Miriam Canestrini, membro della segreteria provinciale. In conferenza stampa è stata criticata la “candidatura imposta dall’alto” di Gianclaudio Bressa e Maria Elena Boschi nel collegio Bolzano-Bassa Atesina. “Lascio il partito – ha detto Randi – per coerenza. Nonostante l’impegno del segretario provinciale Alessandro Huber ci siamo trovati due candidature paracadutate. E’ una questione di metodo. Sono venuti meno i principi del confronto e del cambiamento per i quali all’epoca ho aderito al Pd”. La minoranza ormai ex Pd ha contestato inoltre l’esclusione della deputata uscente Luisa Gnecchi dalle recenti decisioni.
Per Maria Elena Boschi un ostacolo in più nella corsa alla elezioni, nel collegio di Bolzano, contro Micaela Biancofiore per il centrodestra e Filomena Nuzzo per M5S.