È ora di rispolverare giradischi e grammofoni: a quasi trent’anni di distanza la Sony ha deciso di riprendere la produzione di dischi in vinile. Una nota positiva per gli amanti dei giradischi, delle puntine e dei 33 giri di tutto il mondo, dopo che dal 1982 il vinile è stato pian piano sostituito dai più moderni Compact Disc.
La data per il ritorno del 33 giri marcati Sony è fissata per il 21 marzo, esclusivamente nel mercato giapponese, e per primi saranno distribuiti titoli del cantante americano Billy Joel e del musicista Eiichi Otaki, i cui dischi furono i primi incisi su CD. Una sorta di risarcimento, a tanti anni di distanza. L’album di Billy Joel, “52nd Street”, fu un successo nel 1978: conterrà nove brani e verrà venduto a 3.800 yen giapponesi, pari a circa 30 euro.
Quello del vinile è un mercato che non è mai definitivamente tramontato, e che adesso sta vivendo una seconda giovinezza: secondo un report dell’associazione discografica giapponese la produzione di vinili è cresciuta di ben dieci volte dal 2009 al 2017.
Il vinile, conosciuto come “LP” – abbreviazione per Long Playing – o 33 giri, per il numero di rotazioni che il disco compie in un minuto, è uno strato di gommalacca (o, appunto, vinile) con un diametro di circa 30 centimetri e con una “memoria” di circa 30 minuti per lato, che viene riprodotta grazie ad una puntina che solca i tracciati incisi sulla superficie del disco, emettendo il suono.