Due settimane al voto e ancora parecchia incertezza da parte degli italiani. Il sondaggio Demos per Repubblica ha stimato che gli elettori indecisi, ad oggi, sono ancora il 45%. Qualcuno in meno rispetto al mese scorso. L’incertezza riguarda in particolar modo i più giovani, che secondo l’ultima indagine dell’Istituto Toniolo realizzata da Ipsos, nella maggior parte dei casi, o non andrà ai seggi, o comunque è ancora indeciso se farlo. Fra i temi che possono condizionare le loro scelte però, spiccano gli incentivi sul lavoro e la politica fiscale.
Ad ogni modo, nell’ultima giornata dedita alla pubblicazione di sondaggi pre-elettorali, gli scenari del dopo voto risultano tutto tranne che definiti. Nonostante le recenti polemiche sui rimborsi, le preferenze degli italiani vedono ancora al primo posto il Movimento 5 Stelle, seguito dal Pd e da Forza Italia. Secondo le stime però, nessun partito o coalizione sarebbe in grado di raggiungere da solo la maggioranza. Il rischio dunque, è quello dell’ingovernabilità, a meno che non si ricorra ad un governo di larghe intese. Opzione, che ancora non convince gli italiani: in caso di empasse, oltre la metà preferirebbe tornare subito alle urne.
Tuttavia, la coalizione con più probabilità di successo, sembra essere quella di centrodestra. Forza Italia ha superato il 16% dei consensi, il dato più alto dopo le europee del 2014. Cresce anche il suo principale alleato, la Lega di Salvini, con il 13%. Con la spinta del 5% da parte di Fratelli d’Italia e quella della cosiddetta “quarta gamba”, il centrodestra raggiungerebbe il 35%.
Il leader più stimato continua ad essere Paolo Gentiloni, rimasto “nell’ombra” rispetto alle accese polemiche che hanno caratterizzato questo clima pre-elettorale. Seguono Emma Bonino, leader della lista +Europa, e Luigi di Maio.
Un segnale allarmante arriva poi dai riscontri sui fatti che hanno scosso Macerata. Il sondaggio rivela infatti un buon grado di comprensione verso Luca Traini, responsabile della strage del 3 febbraio. Nel contempo, si colgono segni di indulgenza anche verso la figura di Mussolini, nelle vesti di “Uomo Forte”. Orientamenti diffusi soprattutto tra gli elettori della lega, ma presenti, in qualche misura, anche fra quelli dei 5 Stelle.