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HomeCronaca Napoli, appalti sui rifiuti indagato anche il figlio del governatore De Luca

Napoli, appalti sui rifiuti
indagato anche il figlio
del governatore De Luca

Il sito Fanpage accusato di istigazione

per la diffusione di alcuni video

di Massimiliano Venturini16 Febbraio 2018
16 Febbraio 2018

Nella tarda serata di ieri la Procura di Napoli ha ordinato la perquisizione della casa e dello studio professionale di Roberto De Luca, assessore al Bilancio a Salerno e figlio del presidente della Regione Campania. Nel decreto di perquisizione si ipotizza “un accordo corruttivo consumato in relazione ad appalti Sma”, la società regionale che si occupa della gestione dei depuratori e dello stoccaggio dei fanghi.
Le indagini sono coordinate dal procuratore Giovanni Melillo con il procuratore Giuseppe Borrelli e i pm Ilaria Sasso del Verme, Sergio Amato, Celeste Carrano, Henry John Woodcock e Ivana Fulco. Al centro delle indagini un video realizzato dalla testata giornalistica Fanpage.it,  in  cui si vede De Luca discutere con un sedicente imprenditore del Nord –  in realtà il giornalista della testata online – che si propone per un appalto di smaltimento delle ecoballe.
Proprio la bonifica ambientale è il settore su cui il presidente della Regione Campania aveva puntato la sua missione, con il sostegno del governo Renzi. “Il premier ci dà 500-600 milioni, non è contento, ma lo fa”, aveva annunciato solennemente il governatore. Le indagini ipotizzano un patto stretto tra “una cordata di imprenditori facenti capo a Nunzio Perrella, Rosario Esposito e Antonio Infantino, attraverso il professionista Carmine Damiano e Di Lorenzo, Passariello e Chiatto”.
Al centro dell’affare “l’affidamento di un appalto sul servizio smaltimento dei fanghi provenienti da cinque diversi depositi di stoccaggio”. In cambio, sarebbero state versate “somme di denaro calcolate in percentuale sui guadagni dell’affidamento”. Le indagini si stanno allargando in più filoni, che coinvolgono anche l’uomo ritenuto l’attuale reggente di un clan camorristico del centro di Napoli, Andrea Basile.
E se Atene piange certo Sparta non  ride: il direttore della testata Fanpage Francesco Piccinini e il giornalista Sacha Biazzo sono ora indagati per il reato di istigazione alla corruzione. Secondo la Procura, i video e la condotta tenute avrebbero provocato “un gravissimo danno alle indagini”, che in particolare sul versante della Sma avevano già raccolto complessi elementi.

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