Come giudichi la campagna elettorale online fino ad adesso?
“La cosa curiosa è che quando si svuotano le piazze si popola l’ambiente virtuale. Le piazze piene di 15 anni fa possono essere paragonate oggi a post con migliaia di condivisioni. Detto questo, credo che Twitter e Facebook sono degli strumenti che possono salvare la politica, semplicemente non devono essere abusati dalla politica.”
Quanto pesano le fake news diffuse sui social media nella campagna elettorale?
“Ci sono delle inchieste sulle fake news, si pensi a quelle di David Puente. Si evince come ci siano delle vere e proprie fabbriche di post e di notizie. Lo stesso Puente era risalito a delle identità dietro a un particolare tipo di post. Per la prima volta, nella campagna elettorale sta entrando anche la polizia postale. Si pensi al caso del post che ritraeva decapitata la presidente della Camera Laura Boldrini.”
Quale caratteristica viene premiata sui social?
“Sui social vince la personalizzazione. È molto più facile presentarsi come Matteo Renzi che come Partito Democratico. L’unica caso che fa un’eccezione è il Movimento 5 Stelle, dove non solo sono seguite le pagine del candidato, ma anche quelle del movimento. In questo caso però si tratta di un movimento che nasce proprio sul web. Una delle grandi novità della campagna elettorale è anche lo sbarco su Twitter di Silvio Berlusconi…”
Chi voterà per la prima volta viene influenzato dai social?
“Come non ci sono dati su quanto le fake news possano spostare l’elettorato, non ci sono dati neanche su quanto i social riescono ad influenzare la campagna. Ma i social media contribuiscono sicuramente a creare un clima. Sui social si può tastare il terreno dopo alcuni momenti, si pensi al caso Macerata. Sono fermamente convinto che molte persone tradite dalle notizie false sui social media e affascinate dall’uso del linguaggio che viene fatto dagli stessi possano essere influenzate. Soprattutto i più giovani che si apprestano a votare dalla prima volta.”
Come utilizzi i social nell’ambito del tuo lavoro?
“Da diversi anni tutti le dichiarazioni pubblicate su Twitter dettano l’agenda politica dei giorni successivi. Spesso è a questo social che vengono affidate le dichiarazioni politiche. Specie nella campagna elettorale i social media hanno accelerato tantissimo il dibattito, creando un botta e risposta immediato. Dal punto di vista giornalistico, se prima le repliche ad un fatto si trovavano nel giornale del giorno dopo, adesso il giornalista si trova a raccontare quello che è avvenuto sui social, un procedimento che ha avuto un inizio, uno svolgimento e una fine. Il dibattito sui social è un qualcosa che si deve, appunto, leggere.”
Quali consigli daresti ai partiti da social media manager?
“In un momento in cui c’è un problema di credibilità sulle promesse elettorali, il rischio è che anche questo strumento che aveva dato l’occasione di ridurre il divario fra politica e cittadini sia uno strumento non più credibile per gli elettori. Ma si è ancora in tempo per cambiare rotta…”