Un messaggio contro la follia del terrorismo e le “inutili guerre” dei nostri tempi. I vincitori della 68esima edizione della canzone italiana sono Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”. La loro settimana, caratterizzata inizialmente dalle polemiche e dal rischio di una prematura eliminazione, si chiude in trionfo. Moro dedica la vittoria al figlio, Meta alla sua casa discografica: li rivedremo all’Eurovision Song Contest a maggio. Seconda la band bolognese de Lo stato sociale con “Una vita in vacanza”, terza Annalisa con “Il mondo prima di te”.
LE ALTRE POSIZIONI – Ultimi Elio e le storie tese: ironicamente, il loro obiettivo iniziale è stato raggiunto. Nelle posizioni più basse anche Nina Zilli, Mario Biondi, i Decibel e Red Canzian. Ai piedi del podio restano Max Gazzè sesto, Ornella Vanoni quinta e Ron quarto.
I PREMI – A Ron, che portava l’inedito di Lucio Dalla “Almeno pensami”, il premio della critica dedicato a Mia Martini. Il premio “Sergio Endrigo” per la migliore interpretazione va invece a Ornella Vanoni. La cantante con “Imparare ad amarsi” si conferma signora della musica italiana: non è da tutti decidere di mettersi in discussione a 83 anni e farlo con assoluta eleganza e credibilità. Il riconoscimento della sala stampa “Lucio Dalla” va invece a Lo Stato sociale, e non poteva essere altrimenti: di serata in serata, qui al Palafiori il tifo per la band bolognese è andato in crescendo, fino ai cori da stadio durante la finale. Il premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo è assegnato a Mirkoeilcane, secondo tra i giovani. La migliore composizione è stata assegnata, infine, dall’eccellente orchestra di Sanremo a Max Gazzé per “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”.
LE ESIBIZIONI – Le canzoni del festival, dopo cinque serate, sono ormai entrate nella testa di tutti. L’atmosfera, per questo, è quella di una grande festa. Si comincia con Ultimo, fresco vincitore tra le nuove proposte. Poi spazio alla finale dei venti campioni. Bene Ron, la coppia Moro-Meta, Gazzé, Annalisa, Diodato con Roy Paci, Lo stato sociale. Non migliorano con il passare delle esecuzioni i brani di Caccamo, Fogli-Facchinetti, Nina Zilli e Mario Biondi.
GLI OSPITI – Il momento più alto della serata è stato certamente rappresentato dalla presenza sul palco dell’Ariston di Laura Pausini, che ha indossato anche i panni della mattatrice: “Non è detto”, “Avrai” in duetto con Baglioni e infine “Come se non fosse stato mai amore” cantata fuori dal teatro, in mezzo alla gente. Un numero strepitoso. La aspettavamo la prima sera, ma l’attesa è stata ampiamente ripagata. Durante l’esibizione della star romagnola c’è stato spazio anche per una breve incursione telefonica di Fiorello, l’unico capace di coinvolgere il pubblico anche a distanza. Altro momento denso di emozione si ha quando Favino, con un magistrale monologo, introduce Fiorella Mannoia. La sua interpretazione di “Mio fratello che guardi il mondo”, accompagnata da Baglioni, è da spellarsi le mani. Alla quota “momento karaoke” si iscrive anche il trio Renga-Pezzali-Nek, che, al fianco dell’acclamato padrone di casa, si esibisce in un grande classico: “Strada facendo”.
IL BILANCIO FINALE – Il direttore artistico Claudio Baglioni non cela la soddisfazione per il successo di questa edizione, testimoniato da ascolti record. Voleva riportare la musica al centro della kermesse sanremese e ci è perfettamente riuscito. Pochi i momenti concessi all’intrattenimento puro, spazio invece ai grandi ospiti canori. Da Gianna Nannini a Gino Paoli, da Laura Pausini a James Taylor. A tratti, anzi, gli ospiti hanno rischiato di offuscare la competizione tra i big.
Dopo qualche titubanza nella prima serata, Michelle Hunziker ha preso le redini della conduzione, da grande professionista. Sono ormai lontani i tempi in cui al Festival le donne erano relegate al ruolo di valletta. Un punto in più per aver portato a Sanremo il tema della violenza di genere. La vera rivelazione è senz’altro rappresentata da Pierfrancesco Favino. Indossa i panni del conduttore con naturalezza, e con i suoi travestimenti regala alcuni momenti di spettacolo assai godibili. La sensazione è che lo rivedremo presto in tv.
Alla vigilia le aspettative per questo Festival non erano altissime. Baglioni le ha smentite clamorosamente e ora la Rai è già in pressing per strapparne la riconferma. Una pecca: le durate da maratona delle cinque serate. Nonostante le promesse in conferenza stampa, Baglioni e company non sono mai riusciti a chiudere prima dell’una. Decisamente troppo anche per gli aficionados.