Il ministro della Giustizia Andrea Orlando incassa il via libera del Consiglio dei Ministri. Il Governo ha approvato la riforma dell’ordinamento penitenziario, che va a integrare il rinnovamento complessivo del Codice penale disposto dal dicastero di via Arenula. L’impianto della riforma è orientato a due principi guida: favorire il reinserimento sociale dei condannati e dei detenuti, attraverso un sistema di premi, sconti di pena e misure alternative al carcere, e ridurre il carico di procedimenti avviati d’ufficio che sta letteralmente intasando procure e tribunali, attraverso uno snellimento del numero dei reati per cui i pubblici ministeri devono procedere obbligatoriamente.
L’obiettivo, spiega il comunicato ufficiale diffuso in serata dal Consiglio dei Ministri, è quello di “migliorare l’efficienza del sistema penale, favorendo meccanismi di conciliazione per i reati di minore gravità”, anche “attraverso l’istituto della estinzione del reato per condotte riparatorie”. E garantire, così, “una maggiore efficacia dell’azione di punizione dei reati più gravi”.
I decreti legislativi di attuazione della legge della riforma ideata dal Guardasigilli varati ieri stabiliscono l’esclusione del carcere per tutti i condannati a una pena definitiva fino a 4 anni, e una serie di benefici e permessi di lavoro al resto dei detenuti. Sul versante che riguarda il lavoro di procure e tribunali viene decretato che i reati contro la persona e contro il patrimonio – che si caratterizzano per il valore modesto dell’offesa – saranno procedibili solo con querela di parte.
Cade dunque l’automatismo del procedimento automatico d’ufficio: un sistema che ha determinato un vero e proprio intasamento dei procedimenti. Con cause che si protraggono all’infinito e procuratori sommersi da un numero enorme di procedimenti, spesso per fatti di poco rilievo. Nella riforma viene in ogni caso mantenuta la procedibilità d’ufficio in caso la persona offesa sia incapace, per età o per infermità, o ricorrano circostanze aggravanti.
Il via libera del Governo alla riforma Orlando riaccende lo scontro elettorale. Per il leader della Lega Matteo Salvini “dopo gli indulti mascherati e gli svuota carceri, Orlando e Renzi stanno per rimettere in libertà criminali seriali e delinquenti condannati fino a quattro anni”. Dal fronte dei democratici però arriva la secca replica del senatore Stefano Esposito: “Non esiste nessuna legge approvata dal Pd che scarcera ladri e stupratori”, attacca. “Salvini è un bugiardo: le pene per tutti questi reati odiosi sono state inasprite”, conclude.