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HomeEconomia Aumentano le disuguaglianze su redditi e patrimoni: l’indagine Demopolis-Oxfam

Secondo gli italiani
aumentano le disuguglianze
L'indagine Demopolis-Oxfam

Per l'Istat cala la disoccupazione

ma cresce la quota degli inattivi

di Antonio Scali31 Gennaio 2018
31 Gennaio 2018

Negli ultimi cinque anni in Italia sono aumentate le disuguaglianze. Questa almeno è la percezione del 61% dei cittadini secondo un’indagine dell’Istituto Demopolis, realizzata nel mese di gennaio. Per il 35% del campione le disuguaglianze sono rimaste invariate, mentre soltanto per il restante 4% sono diminuite nel corso dell’ultimo lustro.

L’analisi è stata condotta per Oxfam in occasione del recente “World Economic Forum” di Davos. Le sperequazioni maggiormente avvertite dagli italiani riguardano soprattutto il divario nei redditi e l’eccessiva concentrazione dei patrimoni in poche mani. In secondo piano, invece, tra le disuguaglianze più avvertite dagli intervistati, l’accesso al mondo del lavoro e la possibilità di curarsi e di fruire dei servizi sanitari.

L’opinione pubblica, dopo anni di crisi economica, ha acquisito una maggiore consapevolezza circa la necessità che vengano attuate riforme credibili in materia economica e fiscale. “Per il 75% degli italiani è oggi prioritaria ed urgente l’attuazione di politiche volte a ridurre le crescenti disuguaglianze sociali nel nostro Paese. Un promemoria per il nuovo Parlamento che sarà eletto tra meno di 40 giorni”, spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento.

ISTAT – Il prossimo governo dovrà certamente fare i conti con i dati sull’occupazione che, secondo la fotografia fornita dall’Istat, sono ancora in chiaroscuro. A dicembre 2017, fa sapere l’istituto di ricerca, si è registrato un calo nel numero di occupati, scesi di 66mila unità. Su base annua il dato resta comunque positivo, con un aumento degli occupati dello 0,8%.

Buone notizie sul fronte della disoccupazione, che a dicembre è scesa al 10,8% (-0,1 punti percentuali rispetto a novembre). Si tratta del livello più basso da agosto 2012. Tra i giovani dai 25 ai 34 anni il tasso è sceso al 32,2% (-0,2 punti su novembre). Si tratta, in questo caso, del livello più basso da gennaio 2012. Su questi dati pesa però l’aumento degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un lavoro e neppure lo cercano. I neet tra i 15 e i 64 anni sono aumentati a dicembre di 112mila unità, raggiungendo così il 34,8%. La crescita degli inattivi interessa – spiega l’Istat – sia le donne che gli uomini di tutte le classi di età.

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