Gli italiani sono diventati un popolo di “scettici” e tutte le promesse elettorali, triplicatesi in vista delle elezioni del 4 marzo, non aiutano. A dirlo un sondaggio condotto dall’istituto di ricerca diretto da Pietro Vento, Demopolis: Le promesse elettorali nella percezione dell’opinione pubblica. Dimostrerebbe come gran parte degli italiani, 67%, non è disposto a cambiare le proprie intenzioni di voto in base a quanto detto da un leader politico in questa fase della campagna elettorale. Il 26%, invece, ha confessato che potrebbe modificare il proprio pensiero di fronte a proposte convincenti.
Il sondaggio è stato condotto da Demopolis dal 16 al 18 gennaio 2018 su un campione stratificato di 1000 intervistati.
Nel dettaglio la ricerca dice che ben il 41% degli elettori valuta queste proposte interessanti ma non realizzabili in concreto. “Dall’aumento delle pensioni minime all’eliminazione del bollo auto, dal reddito di cittadinanza alla Flat tax, dall’abrogazione della Legge Fornero all’introduzione del salario minimo legale” il problema sarebbe nella loro difficile sostenibilità economica. Il 34% le vede solo come promesse “acchiappa voti”, senza alcuno scopo, se non quello elettorale. Solo il 25% le valuta concrete e fattibili.
A conferma di questi dati un altro sondaggio condotto da Demos & Pi, l’istituto di ricerca gestito da Ilvo Diamanti, e pubblicato oggi su Repubblica in edicola. Il XX Rapporto “Gli Italiani e lo Stato” descrive un Paese senza fiducia. Partiti (5%), Parlamento (11%), poi le banche (15%) e lo Stato (19%) sono infondo alla classifica. Anche i Comuni sembrano essere sempre più distanti dal cittadino e le sue esigenze. Hanno perso ben 6 punti rispetto allo scorso anno: un rispondente su 3 dice di riporvi ancora fiducia. Ma poi il sondaggio si chiude con una nota positiva, un dato che fa sperare: gli indici di fiducia nelle associazioni sindacali e di categoria sono in aumento. Questo significa due cose: il problema del lavoro è ancora molto sentito, così tanto da unire le persone e far crescere la partecipazione sociale. Italiani delusi ma non rassegnati.