La transizione tra la vecchia e la nuova legislatura entra nel vivo. E in vista delle elezioni del 4 marzo, tra i grandi temi c’è anche quello dell’astensionismo, protagonista assoluto delle ultime tornate elettorali. Ne ha parlato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un’intervista a Famiglia cristiana, in edicola da domani: “Non ho mai condiviso – ha dichiarato il capo dello Stato – l’osservazione che, in fondo, va bene così perché molte democrazie sono caratterizzate da basse affluenze al voto. L’Italia ha una tradizione di ampia partecipazione: nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a guardare”.
Mattarella ha anche sottolineato come un disimpegno del popolo rispetto alla chiamata alle urne sarebbe “il sintomo di un indebolimento della fiducia nelle istituzioni comuni e quindi uno stato di salute meno florido della democrazia”.
Gli ultimi sondaggi disponibili stimano l’astensionismo tra il 33 e il 39%: un fenomeno alimentato anche dalle proposte di riforma presentate dai partiti in queste prime settimane di campagna. Per molti, progetti fuori portata più simili a promesse acchiappa-voto. Ma per il presidente della Repubblica questa non è una giustificazione per non votare: “Anche i cittadini devono essere disponibili a un dialogo, a sollecitazioni costruttive, al desiderio-dovere di comprendere ed eventualmente criticare scelte politiche prima di giudicarle sommariamente”.