Ci sono anche nomi di spicco della politica calabrese tra i 169 arresti eseguiti questa mattina in diverse regioni italiane e in Germania dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Crotone. Si tratta di una decina di amministratori locali, tra cui il presidente della Provincia di Crotone e sindaco di Cirò Marina Nicodemo Parrilla, il primo cittadino di Strongoli Michele Laurenzano e quello di Mandatoriccio Angelo Donnici, assieme al suo vice Filippo Mazza.
L’operazione Stige, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri, ha colpito una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta: quella dei Farao-Marincola. Capace di costruire nel tempo una rete criminale infiltratasi prima nelle istituzioni e poi in vari settori economici e imprenditoriali, dal porto di Cirò al commercio del pescato, dalla raccolta dei rifiuti al settore turistico e alle slot machine. Il clan era riuscito ad infiltrarsi anche nel business dei migranti, gestendo un immobile adibito a centro di accoglienza: in questo modo otteneva in esclusiva per le proprie ditte la fornitura di beni e servizi ai migranti, gonfiando i propri introiti.
Secondo i magistrati, il presidente Parrilla “ha sempre usato gli incarichi elettivi per curare gli interessi della consorteria”. Coadiuvato dal suo vice, Giuseppe Berardi, direttamente imparentato ai Farao-Marincola. Per i 169 presunti affiliati della cosca le accuse sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, peculato, turbata libertà degli incanti, corruzione e danneggiamento, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Le indagini hanno portato inoltre al sequestro di beni in Italia e Germania per oltre 50 milioni di euro.
Il clan vanta collegamenti nel Centro-nord Italia e persino nei Länder tedeschi dell’Assia e del Baden-Wurttemberg, dove nel tempo aveva costruito un giro d’affari di milioni di euro. Pare infatti che gli affiliati imponessero ai ristoratori di origine italiana della zona di Stoccarda l’acquisto di vino, prodotti di pasticceria e semilavorati per la pizza prodotti da imprese legate alla cosca. L’intenzione era di esportare questo metodo anche in Svizzera.
E dopo la notizia del blitz contro il clan Farao-Marincola, la Coldiretti in una nota ha lanciato l’allarme: “Ricattando o acquisendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi in Italia e all’estero, le organizzazioni criminali garantiscono uno sbocco al fiorente business delle agromafie il cui volume di affari complessivo nel 2017 è salito a 21,8 miliardi di euro (+30% in un anno) lungo tutta la filiera del cibo”.