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HomeCronaca Il primo sciopero del 2018 è della scuola
posto a rischio per i diplomati magistrali

Scuola, primo sciopero 2018
ora i diplomati magistrali
rischiano il posto di lavoro

Il Consiglio di Stato si è espresso

"Titolo non sufficiente per insegnare"

di Giulia Turco08 Gennaio 2018
08 Gennaio 2018

La manifestazione degli insegnanti contro la sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali fuori il ministero dell'Istruzione a Roma, 8 gennaio 2018. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Rientro a scuola ad aule vuote. Il primo giorno del nuovo anno scolastico è cominciato all’insegna dello sciopero, per migliaia di bambini della scuola Primaria e dell’Infanzia. La protesta nazionale, indetta dalle sigle sindacali Anief, Saese e Cub, dà voce agli insegnanti e al personale Ata, contro l’ultima sentenza del Consiglio di Stato. Secondo la decisione, i docenti che hanno conseguito il diploma Magistrale prima dell’anno 2001-2002 potrebbero essere rimossi dalle graduatorie ad esaurimento, anche se già entrati di ruolo, perché il titolo non è più “abilitante all’insegnamento”.

La decisione del Consiglio comporta il rischio che circa seimila neoassunti, seppur con riserva in tutta Italia, potrebbero ritrovarsi senza il loro posto di ruolo, o comunque declassati in graduatoria già a partire da marzo o da giugno. Altri duemila invece, potrebbero conservare la cattedra grazie a vecchie sentenze in loro favore.

Il contenzioso nasce dal fatto che la legge 341 del 1990 ha previsto per la prima volta che il diploma di laurea costituisse il titolo necessario ai concorsi nella scuola Primaria e dell’Infanzia. Precedentemente, invece, il titolo previsto era quello del diploma magistrale. I corsi di laurea però, furono attivati solo a partire dall’anno accademico 1999/2000. Così nel 1997 venne istituito un regime transitorio che conservò ai diplomi conseguiti entro il 2002, l’idoneità per la partecipazione ai concorsi.

Da un lato c’è l’entusiasmo di giovani laureati che con il pronunciamento del Consiglio di Stato hanno visto la possibilità di concretizzare il progetto di una scuola di qualità con insegnanti qualificati. Dall’altro, però, ci sono i quasi 43 mila docenti non ancora in cattedra con un posto “fisso”, che rivendicano i loro diritti. Oltre ai numerosi disagi per le scuole, in cui i bambini si troveranno di fatto, senza i loro insegnanti, con il rischio di una discontinuità didattica.

Secondo le stime dell’Anief quella degli docenti oggi sarà un’adesione record. Oltre alla grande manifestazione che si sta svolgendo a Roma, davanti al Ministero dell’Istruzione, numerosi sit-in sono stati organizzati anche davanti agli Uffici scolastici Regionali di altre città, da Torino a Milano, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Bari.

A proposito delle agitazioni, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha ribadito: “Abbiamo chiesto all’Avvocatura dello Stato di darci le linee attuative della sentenza del Consiglio di Stato. Appena arriverà la risposta, convocheremo le parti e troveremo le soluzioni più idonee”.

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