«Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Il giorno dopo l’annuncio shock, il mondo è ancora diviso.
Benedetto XVI lascia il pontificato dopo appena otto anni ed ogni giornale (italiano ed estero), ogni tv, più semplicemente ognuno di noi (fedele o no) s’interroga sulle ragioni che hanno condotto ad una decisione del genere; e soprattutto su quale futuro attendela Chiesa. Dalleore 20 del 28 febbraiola Sede Pontificia sarà vacante; la prima volta nell’età moderna (l’unico precedente si perde nel passato, nel 1294, quando Celestino V rinunciò al Soglio dopo pochi mesi dall’elezione).
Un pontificato agitato. Un papato, quello di Benedetto XVI, decisamente complicato: la pesante eredità lasciatagli da Giovanni Paolo II (un paragone, quello con Wojtyła, che ha accompagnato Ratzinger per l’intera durata del suo mandato); lo strappo con l’Islam per la sua lectio magistralis di Ratisbona (nel 2006), rientrato solo dopo le scuse ufficiali; lo scandalo dei preti pedofili deflagrato tra le sue mani creandogli non pochi imbarazzi; l’inchiesta sullo Ior, gli arresti, i sequestri e i contrasti tra i vertici della banca vaticana e la curia; da ultimo, il caso “Vatileaks” e l’arresto del maggiordomo del Papa (condannato e poi graziato dallo stesso Benedetto XVI). Episodi che, messi uno dietro, fiaccherebbero la resistenza psico-fisica di chiunque; figurarsi di chi ha su di sé il peso della Chiesa tutta oltre che dell’età avanzata.
Reazioni e ipotesi. Molti difendono la scelta del Pontefice definendolo un passo estremamente coraggioso: lasciare per il bene della Chiesa, per darle un Capo in grado di svolgere un ruolo così gravoso nel pieno delle forze; un segnale di lucido rinnovamento. Altri, al contrario, restano perplessi: perché dimettersi? perché assumere un comportamento più da politico che da vescovo di Roma, così lontano dal vero spirito del cattolicesimo? Alcuni vedono nell’abbandono la rassegnazione per non essere riuscito ad impostare la curia romana secondo le proprie convinzioni. I più audaci, infine, azzardano una fantomatica tesi del complotto: qualcuno avrebbe costretto Benedetto XVI ad abdicare per chissà quale oscura strategia di palazzo.
Verso il Conclave. Dubbi forse legittimi in un quadro ancora tutto da decifrare; per ora la ragione ufficiale sarebbe una malattia che, a breve, avrebbe impedito al Papa di essere lucidamente presente alle sue funzioni; per questo la decisione di passare la mano (anche se alcuni ambienti Vaticani smentiscono l’indiscrezione, giusto per complicare ancora di più i tentativi di risolvere l’enigma).
Ma a chi? Il toto-papa è subito iniziato e non è detto che la scelta di Benedetto XVI sia anche frutto della volontà di “guidare” la sua successione; magari per lasciare nelle mani del nuovo Pontefice il compito di portare a termine un compito lasciato solo a metà. Il Papa non parteciperà al Conclave ma l’impressione è che la sua presenza sotto la volta della Cappella Sistina si farà certamente sentire.
Marcello Gelardini