Per gli Stati Uniti dietro l’attacco hacker Wannacry c’è la Corea del Nord. L’atto di cyberguerra che nel maggio scorso colpì milioni di computer in 150 paesi, ostacolando le attività di ospedali, banche e compagnie private sarebbe stato opera di Pyongyang, almeno secondo Tom Bossert, consulente per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. Come scrive in un articolo pubblicato oggi dal Wall Street Journal l’accusa è basata su “prove” detenute anche da altri paesi. Infatti, “altri governi e società private – si legge – sono d’accordo con noi”.
L’attacco fu condotto mediante un virus che bloccava i dispositivi informatici chiedendo una somma da pagare in bitcon per lo sblocco. L’Europol lo definì come “senza precedenti”. Adesso però il governo statunitense sembra fare un ulteriore passo avanti: con molta probabilità, secondo Washington, sarebbe un’entità hacker nota come Lazarus Group a capo dell’operazione. Questa lavorerebbe per conto del governo nordcoreano e sarebbe la stessa che nel 2014 aveva condotto un attacco hacker contro la Sony Pictures Entertainment.
Non sono state ancora annunciate le azioni che l’amministrazione Usa intende compiere nei confronti della Corea del Nord in seguito a questa presunta scoperta. Tuttavia, proprio nella giornata di ieri, il presidente Trump ha presentato la nuova strategia della sicurezza nazionale americana. “Siamo entrati in una nuova era di competizione” ha affermato, specificando che “Cina e Russia sono nostre rivali”. Per il tycoon “la competizione tra le grandi potenze è tornata, dopo essere stata a lungo liquidata come un fenomeno del secolo passato”.
Nella nuova National security strategy, in merito al regime di Kim Jong-un, viene mantenuta la linea dura già adottata, che per il presidente è l’unica soluzione: “Non abbiamo scelta” ha dichiarato durante la presentazione. Non a caso, i punti principali di questo documento, che fa eco alla strategia ‘American First’, sono: “Proteggere la patria, il popolo americano e il nostro modello di vita” e “Preservare la pace con la forza”.