«Nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che “andava tutto bene” e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero».
È quanto dichiarato da Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, in audizione alla Commissione Banche. Il numero uno di via Nazionale rimanda indietro tutte le accuse, precisando che: «l’Istituto nazionale non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai».
Visco ha dichiarato che non «ha mai telefonato» Gianni Zonin il presidente della banca vicentina. «Incontrai Zonin solo per 5 minuti e raccomandai equilibrio e interventi paritari», ha rivelato il governatore di Bankitalia. «L’unico a parlarne per primo in vigilanza fu Consoli (ndr ex direttore generale di Veneto Banche».
Sul caso Banca Etruria. Il governatore ha confermato gli incontri del 2014 con l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Certamente una domanda la fece. Ma io non risposi. Dissi a Renzi che di banche in difficoltà avrei parlato solo con il ministero dell’economia».
Nessuna pressione invece dalla sottosegretaria Maria Elena Boschi, ma solo «una richiesta legittima di interesse». «L’allora ministro Boschi incontrò per due volte il vice di Banca d’Italia, il direttore generale, Fabio Panetta al quale manifestò il dispiacere e le preoccupazioni sule conseguenze della crisi dell’Istituto sul territorio. Panetta riferì a me e al dg Rossi dei brevi colloqui, ma non ci fu richiesta di interventi e non si parlò di questioni di vigilanza».
Secondo Visco non sarebbe, quindi, una vigilanza disattenta ma una “malagestio” dietro la crisi del sistema bancario. «Lo abbiamo più volte detto e sottolineato, ma le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche».