Medici Senza Frontiere lancia l’allarme: almeno 6.700 Rohingya, inclusi 730 bambini sotto ai cinque anni, sono stati uccisi tra agosto e settembre scorsi in Birmania. In uno studio pubblicato online, Msf riporta i dati precisi delle morti subìte dalla minoranza islamica tra l’ottobre 2016 e l’agosto 2017, a causa delle operazioni militari condotte nello stato di Rakhine, a nord della Birmania. Proprio a causa di questa persecuzione, solo nel mese di agosto, sono fuggite verso il Bangladesh ben 645mila persone.
Il dossier è in netto contrasto con i dati riportati dalle autorità birmane che parlano di 400 vittime nell’arco dello stesso periodo, le quali erano legate al terrorismo islamico. La maggior parte di esse, stima Msf, sono state uccise da colpi di arma da fuoco, molte altre bruciate vive nelle proprie case date alle fiamme o picchiate a morte. “I numeri sono sottostimati, non abbiamo monitorato tutti i campi rifugiati”, spiega l’Ong, che ha raccolto testimonianze tra i Rohingya fuggiti in Bangladesh: “Abbiamo resoconti su intere famiglie bloccate nelle case poi date alle fiamme”. Sulla base dei dati esaminati, Msf stima che le vittime nel solo mese di agosto possano superare le 13.000 unità.