Dopo la vicenda dell’esplosione in Austria, e tutto il crescendo di tensioni e di notizie sui rincari sulle nostre bollette, il gasdotto TAP (Trans-Adriatic Pipeline, gasdotto trans-adriatico) ritorna ad animare lo scontro politico. Già ieri il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda aveva evidenziato l’importanza del gasdotto: “Tap è necessario, abbiamo una dipendenza energetica del 45% con picchi di due terzi nella stagione fredda e non possiamo stare in questa situazione”.
Stamattina, dai microfoni di Radio Anch’io il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha risposto al ministro: “L’incidente gravissimo in Austria avrebbe dovuto far meditare il ministro Calenda, ma Calenda non è un uomo che medita, è un uomo che va avanti senza approfondire”.
Il presidente pugliese poi, rincarando la dose ha affermato che “il Governo ci impone l’approdo sbagliato del Tap e poi vuole ricostruire l’Ilva come nell’Ottocento. Calenda fa la tipica disinformazione sovietica”, le sue parole riportate dall’ANSA.
Infine, dai microfoni di Radio Capital ha paragonato il cantiere del TAP ad un campo di concentramento: “Il cantiere sembra Auschwitz, ma è in corso”. Emiliano ha poi insistito: “Se vedete le foto, sembra identico: hanno alzato muri di cinta con il filo spinato, stanno militarizzando una zona della regione Puglia, senza che ve ne sia bisogno”.
A parziale giustificazione delle sue affermazioni, dopo le obiezioni dei conduttori Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, Emiliano ha confermato che sono parole “che dicono i miei concittadini in Salento, vedono una struttura che gli ricorda le cose tristi della storia”.