Un nuovo shock legato al doping scuote il mondo del ciclismo. Chris Froome è risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato durante l’ultima edizione della Vuelta, vinta dal corridore britannico davanti al nostro Vincenzo Nibali. La notizia è stata comunicata dall’Uci, la federazione ciclistica internazionale. Nelle urine di Froome, che in questa stagione è riuscito nella doppietta Tour-Vuelta, è stata trovata una quantità di Salbutamolo, un broncodilatatore che il corridore assume da tempo per curare l’asma e per il quale dispone di un’esenzione per uso terapeutico, superiore alla soglia massima consentita di 1000 nanogrammi per millilitro. Il risultato delle analisi, effettuate il 7 settembre, è stato notificato al corridore circa due settimane più tardi, il 20 settembre e successivamente confermato dalle controanalisi.
“Tutti sanno che soffro d’asma, ma conosco le regole e sono stato attento a non superare le dosi consentite – si è difeso Froome – La mia asma è peggiorata alla Vuelta e perciò, su consiglio del mio medico, ho aumentato la dose di salbutamolo. Fornirò all’Uci tutte le informazioni necessarie”. In una nota, Il Team Sky ha spiegato che Froome, in quanto leader della classifica generale della corsa spagnola, è stato sottoposto a controllo in ogni tappa e ha dichiarato di usare il salbutamolo “che è consentito dalla Wada (l’agenzia mondiale antidoping), se inalato fino ad un massimo di 1.600 microgrammi per un periodo di 24 ore e non più di 800 per 12 ore”. L’Unione Ciclistica Internazionale non ha imposto al momento la sospensione provvisoria obbligatoria nei confronti del corridore del Team Sky, data la natura della sostanza. Vincitore di quattro tour de France, oltre che dell’ultima Vuelta, Froome aveva annunciato, nelle scorse settimane, l’intenzione di partecipare, nel 2018, al Giro d’Italia, per tentare la doppietta riuscita l’ultima volta a Marco Pantani nel 1998.