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HomePolitica Il nuovo Angelino Alfano, né ministro né parlamentare. “Ma non lascio la politica”

Il nuovo Angelino Alfano
né ministro né parlamentare
"Ma non lascio la politica"

Dopo 5 anni al governo e 4 legislature

non si ricandiderà alle elezioni

di Marina Lanzone07 Dicembre 2017
07 Dicembre 2017

Italian Prime Minister, Paolo Gentiloni (right) and Minister of Foreign Affairs and International Cooperation, Angelino Alfano(left) during meeting of MED - Mediterranean Dialogues in Rome 2 december 2017. ANSA/FABIO FRUSTACI

“Non mi candiderò in Parlamento, ma non lascio la politica”. Angelino Alfano a Porta a Porta annuncia il suo ritiro momentaneo dalle elezioni. Non sarà né ministro né deputato, dopo 5 anni al vertice del governo e 4 legislature consecutive da parlamentare.

“Hanno influito anche gli attacchi ingiusti contro di me, inutile negarlo”, dice il ministro degli Esteri, riferendosi alle polemiche che lo vogliono legato alla poltrona. “Nei prossimi giorni decideremo con i compagni di partito quello che sarà il nostro posizionamento nella campagna elettorale. Si può fare politica anche fuori dal palazzo e mi riprenderò un pezzo della mia vita e la mia famiglia”. Tutto ha l’aria di essere una separazione momentanea, più che un divorzio.

Angelino Alfano ha 47 anni, un’età in cui solitamente si entra in Parlamento e non si esce. In breve tempo è riuscito a ricoprire quattro dei ruoli più importanti, dopo quello del premier. È stato ministro della Giustizia dal 2008 al 2011, vicepresidente del Consiglio dei ministri nell’anno 2013-2014, ministro dell’Interno dal 2013 al 2016 e ora capo della Farnesina. Si è spostato dal centro-destra al centro-sinistra, quando ha capito che sarebbe stato “l’eterno delfino” di Silvio Berlusconi. Nel marzo 2017 ha dato vita a un nuovo partito: Alternativa Popolare, di cui è il Presidente.

Ma ora, dopo le elezioni in Sicilia, dove non si è aggiudicato nessun seggio, è arrivato il momento di prendersi una pausa. “Voglio compiere un gesto per dimostrare che tutto quello che io e i tanti amici abbiamo fatto è stato solo dettato da una sincera e fortissima convinzione a favore dell’Italia, in un momento in cui rischiava di andare giù per il precipizio”. Ha ricordato davanti alle telecamere Rai che se non avessero portato il Paese alle europee sulle loro “gracili spalle di un partito del 4,4%”, “questa potenza non avrebbe conosciuto la crescita”.

Il suo gesto ha stupito tutti, anche i membri del suo partito, che ora deve capire se appoggiare ancora l’alleanza di governo e il Pd renziano (come la ministra della Salute Beatrice Lorenzin) o abbracciare “strade autonome”. L’ala lombarda, sostenuta da Maurizio Lupi e Roberto Formigoni, propende per un rientro nel centro-destra, confluendo nella cosiddetta “quarta gamba” della coalizione.

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