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Ambasciata Usa in Israele
Trump potrebbe spostarla
a Gerusalemme

Scaduto il rinvio della decisione

Preoccupazione in tutto il mondo

di Christian Dalenz05 Dicembre 2017
05 Dicembre 2017

Secretary of State Rex Tillerson, left, and White House Senior Adviser Jared Kushner listen as President Donald Trump speaks during a Cabinet meeting, Monday, June 12, 2017, in the Cabinet Room of the White House in Washington. (ANSA/AP Photo/Andrew Harnik) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Lo aveva promesso in campagna elettorale addirittura come uno dei primi atti della sua nuova amministrazione. Ora la decisione sembrerebbe più vicina. Donald Trump potrebbe presto spostare l’ambasciata statunitense in Israele a Gerusalemme. La mossa è considerata avventata da parte di molti, sia in Medio Oriente che in Europa.

Lo status di Gerusalemme è infatti uno dei nodi più delicati del conflitto israelo-palestinese. Da sempre città contesa tra l’ebraismo, la cristianità e l’Islam, non è riconosciuta ufficialmente da nessuno Stato come capitale d’Israele, nonostante le rivendicazioni del Paese. Ma anche la Palestina rivendica una parte della città, quella ad Est, come propria. Gli accordi di Oslo del 1993 avevano rinviato ad un successivo momento la soluzione di questa particolare controversia. Nel frattempo quasi tutti i Paesi del mondo hanno scelto il distretto di Tel Aviv come sede delle proprie ambasciate (tranne Bolivia e Paraguay che le hanno collocate vicino nel distretto di Gerusalemme, ma non in città).

E’ per questi motivi che lo spostamento a Gerusalemme dell’ambasciata Usa è una mossa che appare improvvida a molti. A giugno Trump aveva firmato un rinvio su questa decisione di 6 mesi, che però è scaduto venerdì. C’è indecisione da parte sua su cosa fare esattamente adesso. Ma la Casa Bianca ha ricordato che muovere l’ambasciata a Gerusalemme è una promessa elettorale che sarà compiuta. “Non si tratta di decidere se succederà, ma quando succederà”. Queste le parole di un comunicato ufficiale.

Le preoccupazioni nel mondo. Per quanto riguarda il Medio Oriente, dall’Arabia Saudita e dalla Giordania sono giunti chiari messaggi all’amministrazione americana su come la decisione possa scatenare disordine nell’area. In Europa è stato il presidente francese Emmanuel Macron che in una telefonata a Trump ha espresso la propria preoccupazione e l’auspicio che la questione si risolva come previsto dagli accordi di Oslo.

Ovviamente anche dalla Palestina giungono gli allarmi. Il leader dell’Anp Mahmud Abbas ha ricordato al presidente turco Erdogan, in un recente incontro, come tale mossa metterebbe a rischio il dialogo di pace. E Hamas arriva a minacciare “una nuova Intifada”.

 

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