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Catalogna, liberi 6 ministri
ma per il tribunale spagnolo
resta in carcere Junqueras

Rimangono in cella anche 'i due Jordi'

A Bruxelles udienza per Puigdemont

di Giulia Turco04 Dicembre 2017
04 Dicembre 2017

In seguito al pagamento di una cauzione da 100mila euro, il giudice del Tribunale supremo spagnolo Pablo Llerena ha deciso la libertà per sei dei sette ministri catalani, finora detenuti. Ma il vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras, resterà in carcere. Il giudice ha negato la messa in libertà anche per l’ex ministro dell’Interno Joaquim Forn. Junqueras e i sette ministri sono stato arrestati ai primi di novembre, dopo la proclamazione della Repubblica da parte del Parlamento catalano il 27 ottobre.

La sentenza del magistrato di Madrid arriva a poche ore dall’inizio della campagna per le elezioni catalane, che si svolgeranno il 21 dicembre, precludendo la possibilità di partecipare a Junqueras, leader e capolista del primo partito catalano Erc, così come a Jordi Sanchez, ‘numero due’ sulla lista di Junts Per Catalunya, ancora attualmente detenuto. Scarcerazione che non è arrivata nemmeno per Jordi Cixart, leader di Omnium, altra importante organizzazione indipendentista della società catalana. I ‘due Jordi’, come spesso vengono chiamati, sono in carcere preventivo da metà ottobre, entrambi con l’accusa di sedizione.

Il riferimento è ai fatti del 20 e 21 settembre scorsi, quando la polizia spagnola entrò in alcuni edifici del governo di Barcellona e sequestrò il materiale relativo al referendum indipendentista. Nell’ordinamento spagnolo il reato in questione prevede pene molto dure per coloro che impediscono l’applicazione della legge con violenza.

Intanto a Bruxelles, è in corso un’udienza sull’esecuzione del mandato di arresto europeo e sulla richiesta di estradizione spagnola a carico di altri quattro ministri catalani e dell’ex presidente Puigdemont, attualmente in stato di esilio nella Capitale belga. Su tutti loro ricade, da parte del governo spagnolo, l’accusa di malversazione, disobbedienza, ribellione, storno di fondi pubblici, corruzione e sedizione. Al giudice spetta ora fissare la data per la decisione finale oppure per una nuova udienza.

Ad ogni modo, i legali catalani hanno fatto sapere che, grazie ai possibili ricorsi, contano di rimanere in Belgio anche oltre il 21 dicembre, data delle elezioni. Se il fronte indipendentista dovesse vincere dunque – come previsto dai sondaggi –, Puigdemont e Junqueras potrebbero trovarsi a fare campagna elettorale rispettivamente da Bruxelles e dal carcere spagnolo.

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