La procura di Como ha aperto un’indagine per violenza privata contro le 13 persone legate alla formazione nazista del Veneto Fronte Skinheds. Lunedì sera un gruppetto di teste rasate ha fatto irruzione all’assemblea plenaria della rete “Como Senza Frontiere”, un’organizzazione solidale attiva nell’aiuto dei migranti. Lo scopo dell’intimidazione era costringere i volontari di Csf ad ascoltare un manifesto dal titolo “Basta invasione”, un documento che denuncia una presunta “sostituzione etnica” in atto in Italia.
Tutto il blitz è stato registrato da un volontario di Csf: nel video si vedono i volontari pro migranti, uomini e donne di mezza età, impietriti intorno a un tavolo, mentre ascoltano il delirante volantino. A circondarli ci sono le teste rasate, con bober stretti e anfibi. Proprio questo video costituisce la prova principale delle indagini condotte della Procura comasca, guidata da Nicola Piacente.
Fioccano intanto le reazioni del mondo politico. Gli onorevoli democratici Emanuele Fiano, Chiara Braga e Mauro Guerra hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Marco Minniti per fare luce sulla vicenda. Mentre il segretario di Sinistra Italiana, definisce il gruppo di aggressori una squadraccia neonazista e si augura “che la pensino così anche il ministro Minniti e il premier Gentiloni”.
Il “VFS” dal suo sito ufficiale respinge le accuse: non si tratta di un “proclama” ma di un comunicato stampa, facilmente reperibile nel web. La violenza di cui parla Csf, riguarderebbero solo i timpani dei volontari pro migranti, non abituati ad ascoltare la verità, secondo la formazione di estrema destra.
Il “Veneto Fronrte Skinheads”, una delle più vecchie formazioni neonaziste italiane, è riuscita a sopravvivere alle numerose inchieste che l’anno riguardata diventando, nel 1990 una associazione culturale. Per anni il Fronte è stato un fenomeno esclusivamente Veneto, e legato alle realtà ultras della regione. Adesso, con la crescita di tutte le destre, il fenomeno VFS è arrivato anche in Lombardia.