I nuovi nati saranno meno fortunati degli altri. È quanto emerge dalla manovra di bilancio il cui voto di fiducia chiesto dal governo per il decreto fiscale, è stato approvato oggi alla camera. Nel pomeriggio è previsto il voto finale del provvedimento che diventerà legge. Tra le questioni più spinose come quella del bonus bebè che rischia di dividere anche la maggioranza.
Alternativa Popolare ad esempio, pone le condizioni della sua approvazione alla manovra sulle questioni relative alla famiglia. La norma approvata in commissione, infatti, prevedeva che il bonus sia erogato “fino al compimento del primo anno di età” del bambino. Pronta la replica del capogruppo Pd in commissione Bilancio del Senato, Giorgio Santini che precisa: “Il bonus è triennale fino ai tre anni di vita del bambino come previsto dalla norma originaria. La specificazione del primo anno di vita del bambino riguarda il valore pieno dell’assegno, che nei secondi due anni ha invece un valore dimezzato per questioni di copertura”.
Per questa misura dovevano essere destinati 185 milioni per il prossimo anno ma la cifra è scesa a 165. Per il 2019 saranno 295 milioni e 228 per il 2020: circa la metà rispetto a quanto stabilito inizialmente. La durata del beneficio dunque cambia in base alla data di nascita dei bambini: per i nati entro il 31 dicembre 2017 il bonus sarà triennale, mentre per i nati dal 2018 in poi durerà solo un anno.
Sempre per il 2018 saranno corrisposti alle famiglie 80 euro al mese, fino a 960 euro annui nel caso di nati a gennaio, mentre dal 2019 in poi l’assegno sarà di 40 euro al mese, per un massimo di 480 euro l’anno. Rimane invariata invece, la soglia Isee per accedere al beneficio pari a 25.000 euro.