«E insomma, mica deve arrivare a Rigopiano? Perché se dobbiamo liberare la Spa, al limite ci andiamo a fare pure il bagno», così rideva al telefono l’operatore dell’Anas intorno alle 15.35 del 18 gennaio 2017 con il suo interlocutore, il responsabile della viabilità della provincia, che ride di gusto. Un’ora dopo una violenta valanga avrebbe travolto l’hotel Rigopiano causando 29 morti e 11 persone sopravvissute sotto le macerie. Questa ed altre intercettazioni riguardanti i 23 indagati, sono contenute nelle 1.200 pagine di atti giudiziari depositati dalla Procura di Pescara.
All’esame della Procura ci sono anche degli sms e delle telefonate che non hanno mai avuto risposta tra cui quelli inviati a Claudio Ruffini, segretario del Presidente della regione Abruzzo. Quello di Giuseppina Manente, ufficio stampa della Provincia di Teramo, che alle 21:45 dello stesso giorno scrive un sms a Ruffini: “Qui conteremo i morti x carenza di soccorsi, forse non vi state rendendo conto”. Ruffini e il presidente della regione D’Alfonso non sono indagati per Rigopiano, ma solo citati in un’altra inchiesta sugli appalti della Regione.