L’inasprimento della pena era nell’aria, e così è stato. Oscar Pistorius, ex atleta paralimpico sudafricano, è stato condannato in appello a 13 anni e cinque mesi per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, avvenuto la notte tra il 13 e il 14 febbraio 2013.
In primo grado Pistorius era stato condannato a sei anni, in quanto era stato riconosciuto l’omicidio colposo. In secondo grado l’accusa è passata a omicidio volontario, accogliendo parzialmente la richiesta dell’accusa, che voleva quindici anni per l’ex campione. A formulare la sentenza una giuria di cinque giudici della Corte Suprema di appello di Bloemfontein: Willie Seriti ha annunciato che è stato accolto l’appello dei pm che avevano definito «scioccante» la prima condanna, troppo indulgente.
Pistorius, 31 anni mercoledì scorso, avrebbe ucciso la Steenkamp dopo aver sparato quattro volte attraverso la porta del bagno di casa sua. La difesa verteva sul fatto che Pistorius aveva scambiato la ragazza per un malintenzionato. Ora l’unica via per Pistorius è il ricorso alla Corte Costituzionale, la più alta corte del Sudafrica.