Una nuova guerra è in corso negli Stati Uniti tra repubblicani e democratici per la “net neutrality”, norma voluta fortemente dalla vecchia amministrazione Obama nel 2015 che obbliga i provider (Isp) ad offrire a tutti i clienti lo stesso accesso a internet. Martedì è stato presentato il nuovo piano per cancellarla.
Ajit Pai, il nuovo presidente della Federal Communications Commission, nominato durante l’amministrazione Trump, è pronto a cambiare le cose, nonostante le consultazioni pubbliche siano a favore della neutralità. «Il governo federale smetterà di avere un atteggiamento di micromanagement. Verrà richiesto ai service provider trasparenza nelle loro pratiche cosicché i consumatori potranno comprare il piano migliore per le loro esigenze. Imprenditori e altre piccole imprese avranno le informazioni tecniche necessarie a innovare».
In questo modo potrebbe nascere una rete a due velocità, in cui siano favoriti coloro che possiedono più soldi. Grandi società come At&t, Verizon e Comcast potranno creare tariffari a seconda dei clienti, facendoli pagare di più e favorendo la vendita di loro prodotti. Cioè Comcast potrebbe mettere i contenuti acquisiti attraverso Nbc Universal su un canale preferenziale, e rallentare invece quelli di Google, Amazon o Netflix.
A farne le spese più di tutti le start-up, che dispongono solitamente di meno capitale, e la gente comune. Non potranno avere accesso ad alcuni siti ristretti, rallentati o addirittura esclusi dai pacchetti offerti. I democratici non ci stanno. Tra le conseguenze, sottolineano, la limitazione della libertà di stampa, in quanto un sito web di un’organizzazione politica o di un colosso dell’informazione potrà promuovere meglio i propri contenuti rispetto alla concorrenza.
La votazione è prevista per il 14 dicembre. Avendo i repubblicani la maggioranza nella Fcc, il risultato appare scontato. Ma i dem hanno già annunciato di voler reagire con ricorsi e denunce.