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Federazione della Stampa: “Per far crescere il pluralismo dei media europei serve un milione di firme”

di Fabio Grazzini08 Febbraio 2013
08 Febbraio 2013

Un milione di firme per rendere più ricco e libero il pluralismo dell’informazione in Europa e in Italia. E’ questo l’ambizioso obiettivo dell’iniziativa popolare presentata ieri a Roma presso la Federazione Nazionale della Stampa e che, se verrà centrato, permetterà di presentare direttamente una proposta di legge alla Commissione europea.

Martin Schulz primo firmatario. Tanti i promotori dell’“Iniziativa di cittadini europei per il pluralismo dei media” convenuti alla conferenza stampa alla Fnsi. In mezzo a questi ha spiccato la portavoce italiana del progetto, Tana de Zulueta, la quale ha spiegato come «il desiderio degli organizzatori sia quello di mobilitare i cittadini per rivendicare l’impegno delle istituzioni europee a sostegno dei diritti civili e delle libertà fondamentali, anche quando gli Stati li trascurano, come sempre più sta avvenendo. Finora infatti la Commissione europea non si è mai occupata attivamente di pluralismo». «E anche per questo motivo il panorama si è sempre più andato a deteriorare. E’ notizia di oggi – ha poi proseguito de Zulueta – che il primo firmatario della nostra proposta è stato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz».
Entusiasta dell’iniziativa anche il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, che ha sottolineato come «ci sia bisogno di colmare lo “spread” di democrazia che c’è nei vari paesi del continente e mettere mano alle leggi sull’informazione che non sono compatibili con i diritti dell’uomo».

Le quattro istanze all’Europa. Le richieste presenti nel testo da firmare sono quattro: la prima è una legislazione veramente efficace che eviti la concentrazione di media e pubblicità nella mani di pochi individui; la seconda è che gli organi di vigilanza e controllo siano indipendenti e garantiti dalle ingerenze politiche. Il terzo appello consiste poi nel definire debitamente il conflitto di interessi, in modo tale che sia reso impossibile ai proprietari dei mezzi di informazione di occupare alte cariche politiche. La quarta istanza, infine, si concentra sui sistemi di monitoraggio continentali, che si vorrebbero più trasparenti per verificare con regolarità l’indipendenza e lo stato complessivo dei media negli stati appartenenti all’Unione europea.

I promotori italiani. Per il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni – convenuto alla presentazione dell’iniziativa in rappresentanza della Cgil – lo slogan che riassume il progetto potrebbe benissimo essere «“lo chiediamo noi all’Europa”: infatti con questo nuovo strumento di partecipazione le persone che si sentono sempre distanti dalle scelte europee possono intervenire e avanzare direttamente proposte legislative alla Commissione europea, e non solo riguardanti i temi di bilancio, ma anche le libertà e la democrazia. Le adesioni, un milione in almeno sette paesi europei, saranno raccolte non solo su moduli cartacei ma anche e sopratutto on-line, sui siti delle organizzazioni promotrici».
Oltre al sindacato di sinistra e alla Fnsi, come sostenitori italiani figurano naturalmente Articolo 21, European Alternatives/Alternative Europee, Libertà e Giustizia, Arci, MoveOn Italia, Consiglio Italiano del Movimento Europeo-Cime, Libera Informazione, Caffè News, Associazione da Sud, Cittadinanzattiva, Società Pannunzio, Irpi, Confronti e Fcei.

Fabio Grazzini 

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