Sono quarantatré in totale i provvedimenti emessi dal Gip di Napoli verso trafficanti e spacciatori dell’area a nord della città partenopea, tutti affiliati a quel cartello di camorra che da dieci anni controlla il mercato della droga. Accusati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, possesso di armi da guerra e altri reati, i coinvolti raccontano una storia legata a filo doppio con la famiglia Lo Russo.
Ad aprire nuovi scenari e ad aiutare la Direzione distrettuale Antimafia napoletana nella comprensione dei meccanismi, sono state proprio le ultime dichiarazioni del boss pentito Antonio Lo Russo. Il giovane rampollo, figlio del capo-clan Salvatore, era stato scarcerato lo scorso ottobre per buona condotta. Dopo sei mesi trascorsi ad aiutare le forze dell’ordine, insieme agli zii Mario e Carlo Lo Russo.
Tra gli arrestati: spacciatori di cocaina, eroina, marijuana e hashish nei quartieri di Chiaiano, Marianella, Miano e Piscinola. Sequestrati anche un mitragliatore kalashnikov, cinque fucili, sei pistole, tre giubbotti antiproiettile e centinaia di munizioni.