ROMA – Un centinaio di persone in strada, in via Righelli, a Casal Boccone, contro lo sfratto di una inquilina di un palazzo Enpaia, l’ente previdenziale degli addetti nell’agricoltura. “Non si tratta di
un’occupazione illegittima, o di una situazione di morosità, ma di una famiglia monoreddito, composta da una madre 50enne vedova e un figlio studente di 20 anni che non è in grado di pagare l’aumento, pari all’80% sul vecchio canone, che l’ente ha richiesto al momento del rinnovo del contratto”, racconta Cristiano Bonelli, presidente del Municipio IV e delegato del sindaco alla gestione delle problematiche degli inquilini delle case degli enti previdenziali, sul posto insieme ad alcuni rappresentati dell’Asia, esponenti delle forze dell’ordine con tanto di blindati, e l’avvocato Vincenzo Perticaro, “titolare” di circa 20 mila ricorsi aperti degli inquilini e componente del tavolo interistituzionale costituito dal Campidoglio.
Non è la prima volta. La donna, impiegata, riferisce Bonelli “paga attualmente un affitto di 670 euro, somma comprensiva della maggiorazione del 20% prevista in caso di contenzioso (il canone di partenza era di 580 euro)”. “Somma che la signora ha sempre pagato regolarmente – dice Bonelli – Ma in sede di rinnovo del contratto, scaduto nel 2010, l’Enpaia ha chiesto un aumento dell’80%. Una cifra assurda che una famiglia monoreddito, con uno stipendio medio, non può assolutamente permettersi. Questo è un caso emblematico: c’è una sentenza del Consiglio di Stato del 30 novembre scorso che richiama questi enti alla loro origine di enti pubblici che devono quindi garantire un servizio. Ed è doveroso che anche l’istituzione locale sia qui a tutelare un diritto acquisito”.
Lorenzo Caroselli