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"Salvator Mundi" di Leonardo
batte ogni record:
venduto per 450 milioni

L'opera comprata ieri a New York

batte il primato di Willem De Kooning

di Luisa Urbani16 Novembre 2017
16 Novembre 2017

Il “Salvator Mundi” di Leonardo Da Vinci è diventato l’opera d’arte più costosa della storia. Il dipinto del genio rinascimentale è stato venduto all’asta per 450 milioni di dollari (pari a 381 milioni di euro circa) battendo così il primato che apparteneva ai 300 milioni di dollari pagati per “Interchange” di Willem De Kooning.

L’asta, organizzata ieri a New York da Christie’s (una delle più grandi case d’asta del mondo) è stata –  a detta dei più grandi esperti – senza precedenti. Tutti sono rimasti stupiti per le cifre che sono state raggiunte. Secondo gli esperti, il “Salvator Mundi”, ultimo quadro di Leonardo ancora in mano ad un privato, sarebbe stato venduto per circa 100 milioni di dollari, cifra molto più bassa di quella poi raggiunta.

Il New York Times ha riferito che l’asta è durata quasi 19 minuti e che le offerte sembravano non fermarsi mai. “È un momento storico” ha detto il battitore, mentre uno dei potenziali acquirenti per telefono rifletteva se alzare la puntata oltre i 300 milioni. La proposta vincente, infine, è arrivata da Alex Rotter, dirigente di Christie’s che rappresentava un compratore il cui nome non è stato però rivelato.

Il prezzo pagato per l’opera del genio toscano è ancora più notevole se si considera l’attuale stato del mercato dell’arte in cui per i prezzi degli “Old Masters” sono in retromarcia e per il grande interesse dei collezionisti per l’arte contemporanea.

Ma la tavola leonardesca raffigurante Gesù Cristo non è la prima volta che si trova ad occupare le prime pagine dei giornali. La sua infatti è sempre stata una storia complicata. Perso due volte e rimasto “vittima” di un restauro poco accurato, il dipinto per molti anni è stato al centro di polemiche dei più grandi esperti d’arte che mettevano in dubbio la paternità. Alcuni vi vedevano l’inconfondibile mano del maestro fiorentino, ma altri ritenevano che l’opera era stata realizzata da un discepolo di Leonardo, Giovanni Boltraffio.

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