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Bufera Mps: perdite per 730 milioni di euro e sequestri per 40

di Fabio Grazzini07 Febbraio 2013
07 Febbraio 2013

Sono costati cari i contratti derivati firmati da Monte dei Paschi di Siena per poter mettere le mani sulla banca Antonveneta. 730 milioni di euro di perdita ripartiti, al 31 dicembre scorso – secondo le varie operazioni – in questo modo: 305 milioni legati all’operazione Santorini, 273 milioni persi con Alexandria, 151,76 milioni bruciati nell’ambito Nota Italia.

Sequestri.
Ieri la Guardia di Finanza, sempre nell’inchiesta su Mps, ha inoltre sequestrato titoli e liquidità presso banche e fiduciarie per un ammontare di 40 milioni di euro. Una somma esorbitante rientrata in Italia da Svizzera e San Marino grazie allo “scudo fiscale” e nella disponibilità dei maggiori indagati dell’inchiesta, i quali sembrano avessero ideato un piano per truffare la banca senese. L’ex-presidente Giuseppe Mussari e l’ex-direttore generale Antonio Vigni rientrano in questo novero non solo con l’accusa di associazione a delinquere per truffa ai danni dell’istituto di credito, ma anche con il reato di manipolazione del mercato e falso in prospetto.

Interrogatori, indagati e “bombe a orologeria”. E’ durato più di otto ore, presso la procura di Siena, l’interrogatorio di Antonio Vigni, che probabilmente nei prossimi giorni, dopo l’interrogatorio di Mussari, sarà seguito da una nuova sessione. Tra gli ex-manager Mps, è poi indagato anche Marco Morelli, il numero uno di Merril Lynch in Italia e capo del legale a Mps prima di diventare direttore generale a Intesa Sanpaolo.
Intanto, il secondo filone di indagine portato avanti dalla procura di Trani rileva come i derivati per numerose decine di milioni di euro venduti da cinque banche italiane a diverse aziende del nord barese non siano altro che “bombe a orologeria” pronte ad esplodere: tra i sottoscrittori vi sono tra gli altri anche enti locali, come ad esempio il Comune di Molfetta che, tra i più esposti, con un’abile operazione,  è riuscito per tempo a liberarsi dai titoli tossici.


Fabio Grazzini 

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