Quelle case delle zone rurali, costruite con mattoni di fango, non hanno resistito al sisma individuato a soli 23,2 km sotto la superficie. La terra, infatti, ha tremato tra Iraq e Iran. Il drammatico bilancio continua a salire: Teheran parla di almeno 341 morti, mentre Baghdad ha diffuso una prima stima di undici morti. Secondo Press Tv, in totale si arriverebbe a 339 morti e oltre 5.340 feriti. Secondo i rilevamenti del Centro geologico statunitense, l’epicentro della scossa di magnitudo 7.2 è stato registrato a 31 chilometri di distanza dalla città di Halabja, nel Kurdistan iracheno.
Un terremoto trasversale. Israele, Pakistan, Afghanistan, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Libano, Kuwait e Turkmenistan, sono questi i paesi in cui milioni di persone di tutta l’Asia Centrale hanno avvertito il sisma. La prima scossa ha sorpreso il Medio Oriente alle 21.18: scene di panico hanno investito le popolazioni e tantissime persone sono fuggite per strada. Tempestiva l’evacuazione nelle zone circostanti la centrale idroelettrica di Darbandiyan per ordine delle autorità irachene. Le città iraniane più colpite sono quelle di Azgaleh e Qasr-e Shirin, dove la paura è che molte persone siano intrappolate sotto le macerie. Le linee telefoniche, la corrente elettrica e le vie di comunicazione nelle aree rurali sono state interrotte.
The moment of the earthquake happens in one of #Sulaymaniyah coffee shop @thestevennabil @hushamalhashimi @HaiderAlAbadi #Earthquake #iraq pic.twitter.com/3zqSPNYAJo
— Ahmed Jabbar (@ahmedjabbar88) 12 novembre 2017
Le reazioni politiche. Sono arrivate puntuali le parole del presidente iraniano Hassan Rohani, che ha lanciato un appello di solidarietà e assistenza alle vittime. La Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha mobilitato tutti i corpi di sicurezza e ha anche ordinato l’impiego dell’esercito, dei Guardiani della Rivoluzione e dei Volontari Islamici Basij. Inoltre si è già riunito un nuovo comitato di crisi che sta provando a valutare l’entità dei danni. Il ministero delle Risorse naturali iracheno, intanto, ha segnalato anche il rischio di inondazione nella provincia di Sulaymaniyya, nella zona dell’epicentro: infatti la diga di Derbendkhan è stata danneggiata, ma la situazione sembrerebbe controllabile. Prima del grande terremoto, l’area era stata colpita già da una scossa di magnitudo 4.5. Dall’Italia, poi, arriva il tweet di sostegno del primo ministro Paolo Gentiloni.
#Terremoto Centinaia di vittime in #Iran e #Iraq Italia vicina a chi soffre e pronta a offrire aiuti ai paesi colpiti
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 13 novembre 2017
Solidarietà tra Turchia e Iraq. Dopo il referendum perr l’indipendenza del Kurdistan iracheno, tenutosi a settembre, i rapporti tra i turchi e i curdi erano diventati più difficili. In occasione di questa tragedia, però, la Turchia ha manifestato solidarietà. “Siamo vicini alle vittime del terremoto che ha colpito il nord dell’Iraq, li consideriamo nostri fratelli”, ha detto il premier turco Binal Yildirim, che ha organizzato un primo convoglio di aiuti.
Gli altri terremoti. Sismi di varia entità si sono registrati oggi in varie parti del mondo. In Costa Rica una scossa di magnitudo 6.7, con epicentro a 15 chilometri dalla città di Jaco, ha fatto registrare numerosi crolli e scene di panico. Il ministro della Salute ha parlato di due feriti gravi. Un altro terremoto, di magnitudo 6.1, è avvenuto nel mar del Giappone, a una profondità di soli 10 chilometri, e fortunatamente non si hanno notizie di danni a cose o persone. Infine, tre piccole scosse ravvicinate sono state registrate in Croazia, dove non sono stati causati danni rilevanti.