Ancora mobilitazioni in Catalogna. E’ stato convocato oggi uno sciopero generale, appoggiato anche dai partiti indipendentisti, da parte del sindacato Intersindacal-CSC. Una sigla di scarsa rilevanza. UCT e CC.OO., le due principali organizzazioni dei lavoratori nella regione che vuole essere Stato, non aderiscono direttamente perché vogliono sottolineare che non si tratta di un conflitto lavorativo. Comunque entrambe hanno in programma mobilitazioni durante la giornata, alle 12 e alle 18. Blocchi su ben 39 autostrade nella regione, che in 66 punti starebbero subendo problemi di circolazione secondo il servizio autostradale locale. Tentativi di sabotaggio anche sulle linee ferroviarie.
Le proteste riguardano chiaramente le posizioni del governo di Madrid, che intende revocare l’autonomia alla Catalogna. Inoltre, diversi indipendentisti sono in carcere, compresi 8 consiglieri del Govern decaduto di Puigdemont.
“Scarso seguito”. Secondo El Pais e La Vanguardia, però, lo sciopero non sta avendo molto successo. I due quotidiani spagnoli affermano che la viabilità nei trasporti è tutto sommato scorrevole. A Barcellona, la situazione sarebbe tendenzialmente ordinaria. I sindacati dichiarano invece che lo sciopero ha ricevuto l’adesione del 50% dei lavoratori. E secondo le organizzazioni, anche le università della regione oggi sono deserte.
La dichiarazione di indipendenza definitivamente cassata dalla Spagna. Oggi è inoltre in programma l’annullamento ufficiale della Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza del governo catalano da parte del Tribunale Costituzionale spagnolo.
La manifestazione di Bruxelles. Nel frattempo, nella capitale belga, dove si sono rifugiati Puigdemont ed otto suoi ex-ministri, ben 200 sindaci catalani hanno manifestato ieri a favore dell’indipendenza. Si tratta dell’80% dei primi cittadini di tutta la regione, riuniti nella Associazione dei Municipi Indipendentisti (Ami). E contemporaneamente c’è stata una contromanifestazione di circa cento spagnoli in difesa dell’unità nazionale.
All’incontro con i sindaci che lo appoggiano, Puidgemont è stato molto duro. E’ arrivato a parlare di “fascismo” nei confronti del governo di Rajoy e di “colpo di Stato” contro il suo Govern.