Gli italiani tornano ad affollare cinema, teatri, mostre, gallerie d’arte, musei. Nel 2017 gli abitanti del Belpaese hanno fatto registrare un deciso aumento nella spesa per gli eventi culturali, che è cresciuta dell’1,7% rispetto al dato dello scorso anno. Un incremento rilevante dei consumi culturali dunque, fotografato dal Rapporto Annuale di Federculture 2017, intitolato “Impresa Cultura. Gestione, Innovazione, Sostenibilità”. Il rapporto, alla sua tredicesima edizione, sarà presentato domani al Palazzo delle Esposizioni di Roma alla presenza del ministro dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
Il Rapporto Annuale Federculture, redatto da esperti del settore e studiosi accademici, descrive l’andamento dei consumi culturali: attraverso ricerche inedite, dati e indicatori, analizza le politiche e le strategie vincenti per il rilancio del settore, ma anche gli ostacoli e le inefficienze che tuttora frenano il completo sviluppo. E per quest’anno, per la prima volta dall’inizio della crisi, presenta un andamento positivo, determinato della maggiore propensione ai consumi culturali degli italiani. Giovani e meno giovani, famiglie, coppie e singoli sono tornati ad affollare mostre, musei, cinema: circa 130 euro al mese il budget investito da ogni famiglia in arte e spettacoli. Il 2017 ha fatto registrare inoltre il record di 45,5 milioni di ingressi nei musei italiani. Il trend però non riguarda i libri: qui la spesa dei consumatori rimane ferma.
Il Rapporto, edito da Gangemi, si apre con la prefazione del ministro dei Beni Culturali Franceschini e l’introduzione del presidente di Federculture Andrea Cancellato. L’opera prosegue con saggi che fanno il punto sullo stato del settore culturale e sulle dinamiche politiche, legislative, amministrative ed economiche che investono i territori e i cittadini. Cancellato, presidente di Federculture, sottolinea come “il clima di maggiore fiducia traini i consumi in cultura”. L’associazione, insieme agli operatori del settore, chiede al governo di consolidare la crescita con incentivi fiscali. Altrimenti – spiega Cancellato – si rischia che il risultato positivo di quest’anno possa in un futuro prossimo rappresentare soltanto un fenomeno effimero.