«Non basta il solo affetto a giustificare il matrimonio, la generatività è altrettanto importante». Intervenendo come relatore principale alla conferenza stampa dove ha presentato tutte le iniziative del suo dicastero per il 2013, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Monsignor Vincenzo Paglia, non ha usato mezzi termini nello sviluppare il proprio ragionamento in merito alla questione del matrimonio omosessuale.
Senza differenze finisce il mondo. Monsignor Paglia, richiesto nel corso della conferenza stampa un suo parere su quanto sta avvenendo in Francia, dopo aver riconosciuto il grande coraggio dei vescovi francesi nel dar vita a un dibattito pubblico sulla legge per le nozze gay, ha voluto prima di tutto evidenziare l’uguaglianza nella dignità di ciascun figlio di Dio, senza eccezioni: «infatti tutti gli uomini sono santi – ha detto – perché hanno il sigillo di Dio. Ma questa verità, e la vittoria è nella verità, non deve condurre alla menzogna di un egualitarismo malato che per essere tale abolisce ogni differenza. L’affetto non è una condizione sufficiente per sposarsi: basti ad esempio pensare al caso di cinque uomini che si vogliono bene, allora che dovremmo fare? Li sposiamo tutti tra di loro?». L’Arcivescovo ha poi chiosato citando uno dei brani più struggenti di Giorgio Gaber, “Proposito d’amare”: «Un grande amore che ora sto cercando non è bisogno di avventura né paura di vivere da solo, non è il richiamo dell’ennesima poesia ma un credo più profondo: perché senza due corpi e due pensieri differenti finisce il mondo».
Il figlio è un dono, non una merce. Monsignor Paglia ha poi parlato dei diritti della persona che la cultura individualistica tende a portare all’estremo annientando i diritti della comunità e dello stare insieme, prima di tutto in famiglia: «Oggi la vertigine della solitudine con il culto dell’“io”, sciolto da ogni legame, anche da Dio, rischia di uccidere ogni soggettività facendo precipitare tutti rovinosamente in basso. E lo spaesamento provocato dalla globalizzazione, accentua ancor più il ripiegamento su di sé e la tentazione del proprio particolare. Quello che dunque ci preme – ha seguitato il Presidente – è di evitare una Babele che porti alla distruzione della società. Penso ad esempio al cosiddetto diritto del figlio: siamo forse al supermercato? Il figlio è un dono, e come dono portatore di mistero e diritti non si può permettere che esso venga distrutto».
L’importanza della famiglia. Il Presidente del Pontificio Consiglio perla Famiglia ha inoltre voluto ricordare il ruolo determinante – sia a livello sociale che economico – dell’istituto familiare: «se oggi non ci fossero le famiglie non saprei proprio i giovani senza lavoro dove andrebbero: la famiglia sostiene la nostra società affondando dentro di essa le sue profonde radici». Del resto le stesse nuove generazioni non si sentono lontane dal matrimonio, il centro gravitazionale della famiglia: «in Italia – ha proseguito Monsignor Paglia – l’80% dei giovani preferisce il matrimonio religioso e civile rispetto a qualsiasi tipo di convivenza. E infatti mi domando: se calcisticamente si può dire con entusiasmo “Lazio e Roma Forever!”, perché quando si tratta di una persona quest’esclamazione di gioia, di amore e di fede profonda, non dovrebbe valere?».
Fabio Grazzini