Doveva essere interrogato oggi dalla Procura di Siena, intorno alle 15, Giuseppe Mussari, ex Presidente del Monte Paschi. Ma il banchiere ha richiesto, nel pomeriggio di ieri, il rinvio a causa dell’assenza di uno dei suoi due difensori, Tullio Padovani, impegnato in Cassazione. L’avvocato Fabio Pisillo, secondo legale di Mussari, ha commentato cosi la decisione: “Il mio assistito aveva intenzione di rispondere alle domande dei magistrati e ha chiesto ai Pm di fissare un’altra data dell’interrogatorio fin da giovedì prossimo”. L’ex presidente della banca senese, indagato per associazione a delinquere, false comunicazioni alle autorità di vigilanza, turbativa e truffa, ora dovrà fare chiarezza anche riguardo ad alcuni milioni di euro depositati sui conti dello Ior, nel periodo subito prima e dopo l’acquisto da parte di Mps di Antonveneta. Questi conti, secondo l’inchiesta di Repubblica, sarebbero intestati allo stesso Mussari.
Non si è sottratto invece alle domande degli ufficiali del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza di Roma, Antonio Rizzo, ex funzionario della Banca d’Affari Dresdener e considerato il supertestimone nell’inchiesta Mps. Rizzo ha confermato le dichiarazioni rilasciate, già nel 2008, ai magistrati di Milano: l’esistenza della banda del 5%. Rizzo accusò l’allora direttore dell’area finanziaria Mps Gianluca Bladassari e il responsabile della filiale di Londra, Matteo Pontone, di aver speculato sulle operazioni bancarie del Mps, e di essersi intascati il 5% sulle transazioni. Ad avvalorare le sue accuse ci sono delle conversazioni, nelle mani della Procura di Milano, che lo stesso Rizzo registrò nel 2007 fra alcuni suoi colleghi, ma anche fra alcuni responsabili della “polizia interna” della Dresdner, di cui al tempo era funzionario.
Una matassa l’inchiesta Monte Paschi che, invece di sciogliersi, s’infittisce sempre di più.
Francesca Ascoli