Standing ovation e lunghi applausi per l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Le musiche di Verdi, Respighi e Prokofiev hanno stregato la platea della Carnegie Hall di New York che dopo 48 anni ha riscoperto la tradizione italiana. “È frutto di un lungo lavoro con l’orchestra, sia mio che dei miei predecessori. Io ho avuto modo di portarla in giro per il mondo, abbiamo toccato ben 90 città, ma venire qui è stata un’emozione pazzesca, perché comunque questa sala è un simbolo della musica”, ha detto all’Ansa il maestro Antonio Pappano.
La serata di gala è servita ha promuovere la nascita di un gruppo di sostenitori di Santa Cecilia negli Usa. Prima del concerto, Pappano si è infatti rivolto agli American Friends, la nuova fonte di sostegno privato alla fondazione. Dopo le prime note della sinfonia dell’Aida, il concerto è entrato subito nel vivo, e con il terzo concerto per piano di Prokofiev, la magia è esplosa. La pianista di origini argentine Martha Argerich è entrata in scena, dopo 9 anni di assenza dalla Carnegie Hall, e ha anche concesso un bis a quattro mani con Pappano. Regnava un’atmosfera giocosa che combinava la passione e l’estro, per rendere il concerto più drammatico e teatrale. A chiudere doveva essere la Triologia Romana di Ottorino Respighi, che la compose proprio per la Santa Cecilia, ma il vero finale è stata una performance fuori programma del Valzer Triste di Jean Sibelius e l’ouverture del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini.
“È stata una serata perfetta, anche perché in sala c’era mia mamma che non abita molto lontano da qui, dunque non potevo volere di più”, ha dichiarato il maestro Pappano, che ha poi sottolineato il grande lavoro di squadra con l’orchestra e con Martha Argerich. La seconda serata, che ha chiuso la tappa di New York, ha portato sul palco La Nuova Euridice secondo Rilke di Salvatore Sciarrino, scritta per l’Accademia nel 2015 ed eseguita dal soprano canadese Barbara Hannigan. È stato lo stesso maestro a presentare l’opera alla platea.
L’Orchestra ha riscosso successo anche alla Symphony Hall di Chicago. Oggi sbarcherà alla Kodak Hall di Rochester e il 25 ottobre al Kennedy Center di Washington. Lo spettacolo porterà con sé anche i Tre Tesori, ossia i tre gioielli della liuteria cremonese: il violoncello Guarnieri del Gesù, il violino Niccolo Amati del 1651 e il violino Stradivari del 1690. “Questa tournée è l’occasione per dire in modo semplice che Santa Cecilia è la riprova che gran parte delle cose che si dicono sulle Fondazioni lirico sinfoniche sono smentite dai fatti”, ha commentato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Il Mibact ha contribuito alla tournée con 340mila euro, pagando i costi del viaggio e del trasferimento degli strumenti negli Usa, mentre il tour sponsor dell’Accademia è l’Enel. Franceschini ha aggiunto poi: “La storia di Santa Cecilia dimostra che è possibile investire in qualità, internazionalizzazione e rapporto con i privati”.