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EnigmA23, quando la libertà
passa per il teatro
In scena 23 detenuti

Il palcoscenico come metafora

dell'imprevedibilità delle scelte

di Massimiliano Venturini16 Ottobre 2017
16 Ottobre 2017

Da detenuti ad attori, nello spazio libero in cui si può trasformare un palcoscenico allestito dietro le sbarre. Così possiamo descrivere “EnigmA23” , il progetto che debutterà mercoledì 18 ottobre alle ore 21 al Teatro Biondo di Palermo.

Lo spettacolo ha debuttato in realtà il 10 giugno, all’interno del carcere Pagliarelli di Palermo. Era uno spettacolo aperto al pubblico al quale hanno assistito circa 200 persone.  «Ha avuto tanto successo che i magistrati presenti ci hanno dato la possibilità di fare questo spettacolo anche all’esterno della casa circondariale» spiega Rosario Palazzolo, uno dei due autori.

All’inizio del progetto i partecipanti erano 23, tutti reclusi nella casa circondiariale del capoluogo.  «Tutto è partito a settembre dello scorso anno, partendo dall’idea di realizzare un laboratorio teatrale che potesse coinvolgere una ventina di detenuti» spiega la regista e coautrice Daniela Mangiacava. Il laboratorio si è svolto all’interno dell’istituto di pena tre volte a settimana. «Con Palazzolo e altri collaboratori di Baccanica abbiamo lavorato alla costruzione di un copione insieme ai detenuti. Un lavoro fisico incentrato sulla struttura del personaggio, sul lavoro attoriale, lavorando con i detenuti come se avessimo di fronte dei veri e propri attori».

«Ci siamo molto interrogati sull’uomo, sulle scelte che fa e sull’imprevedibilità della vita. Enigmi che a volte non si risolvono mai –  racconta ancora la Mangiacava. «Ognuno cammina portandoseli dietro». E quale luogo più rappresentativo del carcere, dove il tempo dilatato trasforma i quesiti interiori in grovigli spesso inestricabili, per i quali trovare una risposta richiede ingegno e la pazienza di scomporre ogni singolo elemento per trovarci un senso compiuto, una ragione all’enigma della vita.

Il risultato che andrà in scena è un progetto nel quale i detenuti si sono messi in gioco, fino a trasformarsi in una vera compagnia teatrale. Nel corso dei mesi alcuni attori hanno avuto accesso a forme alternative di detenzione e hanno continuato a studiare il copione da casa. Un altro ha scontato la pena e sarà sul palco da uomo libero.

 

 

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