“L’amministrazione Trump non ripeterà gli errori di quella di Obama”. Lo ha comunicato questa mattina la Casa Bianca anticipando la nuova strategia americana nei confronti l’Iran e sulla politica nucleare. Gli Stati Uniti vogliono “neutralizzare l’influenza destabilizzante per via della sua aggressione, in particolare il supporto per il terrorismo e i militanti”.
Il Piano Usa. L’obiettivo principale del presidente americano è affrontare “le minacce derivanti dalle attività maligne del governo iraniano e cercare di determinare un cambiamento del comportamento del regime” di Teheran. Questi i punti chiave del progetto statunitense: anzitutto negare “ogni via per l’arma nucleare”. Contrastare la minaccia dei missili balistici e altre armi asimmetriche; tagliare fondi per le sue “attività maligne”; rivitalizzare le “tradizionali alleanze” americane; opporsi alle guardie della rivoluzione, la Guardia rivoluzionaria islamica. Solo ieri secondo le indiscrezione Trump aveva rilanciato la corsa americana agli armamenti nucleari.
Replica l’Iran. A stretto giro è arrivata la risposta del presidente del parlamento iraniano Ali Larijani. “L’analisi della politica Usa in Medio Oriente mostra che la strategia americana è giocare con il terrorismo piuttosto che combatterlo”. Ritirandosi dall’accordo sul nucleare gli Usa mancherebbero di rispetto alle Nazioni Unite ha spiegato il leader iraniano. “Gli Usa – precisa Larijani – hanno intrapreso certi passi che alla fine provocheranno disordine sul piano internazionale. L’accordo sul nucleare non è un accordo bilaterale: è confermato dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Quindi in primo luogo è un’offesa all’Onu” ritirarsi dall’accordo.
Reazioni. Berlino è d’accordo. “Noi riteniamo questo accordo uno strumento importante per prevenire un armamento nucleare iraniano” ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert.
Gli Stati Uniti vogliono rinsaldare le già rodate alleanze regionali per “ripristinare un più stabile equilibrio di potere nella regione”. Washington lavorerà anche per sensibilizzare la comunità internazionale contro le “evidenti violazioni dei diritti umani” e la “detenzione di cittadini americani e di altri stranieri con accuse pretestuose”.