Il peggior incendio che abbia mai coinvolto la California continua a mietere vittime. Il bilancio al momento è di 31 persone decedute e 400 dispersi; diciassette i roghi ancora attivi. Tra le zone da cui si sono propagate le fiamme ci sono le contee di Napa e Sonoma, celebri come il “Chianti-shire californiano”, dove tante aziende vinicole distrutte hanno proprietari italo-americani. L’emergenza però si estende anche molto più a sud, oltre il Golden Gate Bridge, a causa della coltre di fumo che si sta propagando nell’aria. Si riscontrano infatti fenomeni di smog fino a 200 km dagli epicentri degli incendi. Le colline che fino a poco fa erano famose per vigneti e aperta campagna sono ridotte a cumuli di cenere, il cielo si è trasformato in una coltre scura di fuliggine. I residenti delle zone più vicine alle fiamme sono stati evacuati, gli altri sono stati invitati dalle autorità a non uscire dalle proprie abitazioni a causa dell’alto tasso di tossicità dell’aria. Gli abitanti delle cittadine limitrofe ai focolai hanno il maggior rischio di contrarre problemi di salute. Il fumo infatti può includere sostanze tossiche derivate dalla combustione di materiali artificiali; le materie plastiche, ad esempio, possono liberare acido cloridrico e cianuro e portare alla morte.
Nella serata di ieri, secondo quanto riportato oggi dal New York Times, le autorità sono riuscite a identificare dieci delle diciassette persone decedute a causa delle fiamme. La maggior parte di loro aveva tra i 70 e gli 80 anni. “Abbiamo trovato corpi che non erano altro che cenere e ossa” ha detto al quotidiano newyorkese Robert Giordano, lo sceriffo della contea di Sonoma. “In alcuni casi – ha affermato – l’unico modo per identificare le vittime è stato dai numeri di serie stampati su articolazioni artificiali e altri dispositivi medici che erano nei loro corpi”.
La California settentrionale è abituata a incendi e occasionali vampate di fumo che aumentano di consistenza a causa dei forti venti, ma niente di simile è mai accaduto. L’estate particolarmente calda ha lasciato un’aridità eccezionale, facilitando il propagarsi delle fiamme.
Le cause – I funzionari che stanno investigando in queste ore non sono ancora sicuri su cosa abbia potuto scatenare incendi di tale portata. Le indagini stanno prendendo in considerazione ogni singolo focolaio che ha devastato il sud della California.
Secondo Thom Porter, capo dell’agenzia californiana dei Vigili del Fuoco, la maggioranza degli incendi è stata causata dall’enorme siccità dei mesi scorsi, dove anche la più innocua attività umana ha avuto un peso rilevante. Una catena di rimorchio per barche trascinata su una strada di campagna, il calore del motore di un’automobile parcheggiata su una zona erbosa, qualunque gesto potrebbe essere stato la causa di ogni singolo incendio, propagato poi dai forti venti caldi di stagione.
Daniel Berlant, vice direttore di Cal Fire – agenzia di vigilanza statale, ha affermato che non ci sono stati temporali nella regione da quando gli incendi hanno cominciato a divampare, ragion per cui il fulmine è stato escluso come possibile causa.
Potrebbero essere state abbattute delle linee elettriche? I funzionari statali stanno esaminando anche questa possibilità. In effetti durante il fine settimana scorso ci sono stati alcuni episodi accertati di scintille da linee elettriche e altri problemi di apparecchiature. E la mancata manutenzione delle linee elettriche da parte della principale azienda della California del Nord, la Pacific Gas & Electric Company, è stata considerata da alcuni una causa diretta di alcuni incendi. “Le linee elettriche sono sicuramente una delle cause che stiamo esaminando”, ha detto Berlant al New York Times, aggiungendo: “Una cosa su cui indagheremo è se gli incendi sono cominciati prima che le linee saltassero per i roghi o dopo.”