Per un giorno la Spagna cerca di non pensare alla crisi catalana e celebra la festa nazionale. Quel dia de la hispanidad che onora l’identità nazionale spagnola, mai così in discussione come nelle ultime settimane. Alle 11 di stamattina, lungo il Paseo de la Castellana a Madrid, si è svolta la consueta parata militare. Presente con tutta la famiglia reale il re Felipe VI, alla sua prima apparizione dopo il discorso di sostegno a Madrid nei giorni caldi post-referendum. Ad assistere alla celebrazione pure il premier Mariano Rajoy e tutti i presidenti delle regioni autonome. Grandi assenti il basco Inigo Urkullu e soprattutto il leader catalano Carles Puigdemont, dopo l’ultimatum lanciato ieri da Rajoy: se entro lunedì la Catalogna non fermerà la dichiarazione di indipendenza, verrà commissariata.
Gli strascichi della crisi istituzionale più grave vissuta dal Paese dalla fine del franchismo, dunque, si fanno sentire anche oggi, nella giornata in cui ogni anno la Spagna commemora le grandi esplorazioni geografiche di cui essa stessa fu protagonista. E che portarono, l’11 ottobre 1492, alla scoperta dell’America da parte di quel navigatore genovese di cui gli iberici rivendicano i natali, al punto da chiamarlo Cristóbal Colón. In tutto il Paese inizia un ponte festivo, fino a lunedì. Ma in Catalogna oltre cento comuni hanno deciso di non partecipare: sono rimaste aperte molte attività pubbliche. Alle celebrazioni spagnole hanno scelto di non aderire neanche centri come Girona e Badalona.
A Barcellona però c’è anche un fronte unionista, che ha convocato per stamattina una manifestazione per la festa nazionale. Migliaia di persone hanno sfilato per le vie della città, dirigendosi verso Plaza Cataluña, sventolando bandiere e gridando «Puigdemont in prigione».
A Madrid, tra i leader sul palco del Paseo de la Castellana manca anche quello di Podemos, Pablo Iglesias, l’unico partito ieri a non appoggiare Rajoy nel discorso con cui il premier ha valutato l’impiego degli strumenti forniti dalla legislazione, come l’articolo 155 della Costituzione, per salvaguardare l’unità nazionale. Per Iglesias, infatti, l’apertura al dialogo di Puigdemont rappresenta un’occasione senza precedenti per far rientrare la crisi.
Davanti al palco, un centinaio di veicoli militari e oltre 3800 uomini della Guardia Civil e della Policia Nacional hanno sfilato davanti alla folla che sventolava la Rojigualda, la bandiera rossa e gialla della Spagna, mentre sulle loro teste volavano 78 aerei militari. Il palco delle autorità è stato eretto nei pressi dello stadio Santiago Bernabeu, la casa calcistica del Real Madrid.